La Commissione europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, fornitore di Facebook e Instagram, potrebbe aver violato il Digital Services Act, la legge europea che protegge dalla disinformazione mirata e dalla manipolazione da parte di paesi terzi. Le presunte violazioni riguardano le politiche e le pratiche di Meta relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi.
La mossa dei regolatori tecnologici dell’Ue è arrivata in un contesto di preoccupazioni su Russia, Cina e Iran come potenziali fonti di disinformazione, ma anche all’interno dell’Ue, con alcuni partiti politici e organizzazioni che cercano di attirare gli elettori con bugie nel voto del 6-9 giugno per selezionare il prossimo Parlamento quinquennale.
Riguardano anche la non disponibilità di un efficace strumento di monitoraggio civico e di monitoraggio elettorale in tempo reale di terze parti prima delle elezioni al Parlamento europeo, nel contesto della deprecazione da parte di Meta del suo strumento di analisi pubblica in tempo reale CrowdTangle senza un’adeguata sostituzione.
Inoltre la Commissione sospetta che il meccanismo per segnalare i contenuti illegali sui servizi così come i meccanismi di ricorso degli utenti e di reclamo interno non siano conformi ai requisiti della legge sui servizi digitali e che vi siano carenze nella fornitura da parte di Meta dell’accesso ai dati disponibili al pubblico ai ricercatori.
Il Digital Services Act, entrato in vigore lo scorso anno, richiede alle Big Tech di fare di più per contrastare i contenuti illegali e dannosi sulle loro piattaforme.
«Sospettiamo che la moderazione di Meta sia insufficiente, che manchi di trasparenza nella pubblicità e nelle procedure di moderazione dei contenuti – ha affermato in una nota la responsabile digitale dell’Ue Margrethe Vestager – Quindi oggi abbiamo aperto un procedimento contro Meta per valutare la loro conformità con la legge sui servizi digitali».
La Commissione ha affermato di sospettare che Meta non rispetti gli obblighi DSA relativi alla lotta alla diffusione di pubblicità ingannevoli, campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati nell’Ue. Ha inoltre sottolineato l’indisponibilità di un efficace strumento di dialogo civico in tempo reale e di monitoraggio elettorale di terze parti prima delle elezioni al Parlamento europeo.
Meta ha cinque giorni lavorativi per informare l’Ue sulle azioni correttive intraprese per affrontare le preoccupazioni. Le violazioni dei DSA possono costare alle aziende sanzioni fino al 6% del loro fatturato annuo globale.