Il settore manifatturiero è tornato a contrarsi ad aprile negli Usa, secondo un rapporto diffuso oggi dall’Institute for Supply Management, a causa soprattutto del calo dei nuovi ordini. L’indice ISM manifatturiero è sceso a 49,2 nel mese, in calo di 1,1 punti rispetto ai 50,3 di marzo, il livello più alto e il primo sopra 50 da settembre 2022. Un PMI superiore a 50 indica una crescita nel settore manifatturiero, che rappresenta il 10,4% dell’economia.
Il sottoindice previsionale dei nuovi ordini dell’indagine ISM è sceso a 49,1 da 51,4 di marzo. La produzione nelle fabbriche è rallentata, con il sottoindice della produzione che è sceso a 51,3 dopo essere balzato a 54,6 nel mese precedente.
La misura dei prezzi pagati dai produttori contenuta nell’indagine è salita a 60,9, il valore più alto da giugno 2022, da 55,8 di marzo. E questa è un’altra indicazione che l’inflazione si sta rivelando più intrattabile di quanto si aspettassero economisti e politici.
La spesa edilizia statunitense è diminuita inaspettatamente a marzo, probabilmente a causa della ripresa dei tassi ipotecari che ha pesato sull’edilizia abitativa. Il Census Bureau del Dipartimento del Commercio ha dichiarato oggi che il dato è sceso dello 0,2% a marzo dopo essere rimasta invariata a febbraio. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto invece un aumento dello 0,3%.
Entrando nello specifico la spesa per progetti di costruzione privati è diminuita dello 0,5% a marzo dopo essere aumentata dello 0,2% a febbraio. Gli investimenti nell’edilizia residenziale sono scesi dello 0,7% dopo il +0,7% del mese precedente. Le spese per i nuovi progetti di costruzione unifamiliari segnalano un -0,2%. Gli investimenti in progetti di edilizia pubblica sono aumentati dello 0,8% dopo essere diminuiti dello 0,4% a febbraio. La spesa del governo statale e locale ha visto un aumento dello 0,6% e le spese per progetti del governo federale +3,6%.