Tirata d’orecchi del Fondo monetario internazionale agli Stati Uniti. Secondo quanto dichiarato dalla portavoce del portavoce del FMI Julie Kozack Washington dovrebbe mantenere il proprio sistema commerciale più aperto invece di imporre nuovi dazi punitivi sui beni cinesi. Sarebbero infatti 3mila le restrizioni contate dal FMI verso la Cina nel 2023 contro le mille del 2019. Da parte sua, poi, Pechino dovrebbe collaborare con Washington per favorire le relazioni commerciali e diplomatiche.
«Per quanto riguarda le tariffe, la nostra opinione è che gli Stati Uniti trarrebbero un servizio migliore mantenendo politiche commerciali aperte che sono state vitali per la loro performance economica. Incoraggiamo inoltre gli Stati Uniti e la Cina a lavorare insieme per una soluzione che affronti le preoccupazioni di fondo che hanno esacerbato le tensioni commerciali tra i due paesi».
Questo perché restrizioni commerciali come quelle annunciate martedì dal presidente Joe Biden possono frammentare le catene di approvvigionamento e generare una spirale negativa di protezionismo. A tutto discapito dell’economia globale.