La casa automobilistica tedesca BMW fino ad aprile ha importato negli Stati Uniti almeno 8.000 veicoli Mini Cooper con componenti elettronici forniti da un produttore cinese sottoposto ad embargo. A comunicarlo è direttamente il Senato americano in un report dello staff del presidente della commissione finanziaria del Senato Ron Wyden.
Infatti le norme violate riguardano lo Uyghur Forced Labour Prevention Act (UFLPA) ovvero leggi che bloccano l’importazione di beni dalla regione cinese dello Xinjiang dove si ritiene che i prodotti siano stato creato attraverso lo sfruttamento dei membri del gruppo di minoranza uigura del paese.
L’azienda ha già comunicato che provvederà ad una campagna di sostituzione delle parti aggiungendo che «ha standard e politiche rigorose in materia di pratiche occupazionali, diritti umani e condizioni di lavoro, che tutti i nostri fornitori diretti devono seguire».
«L’autoregolamentazione delle case automobilistiche chiaramente non sta facendo il suo lavoro», ha detto Wyden sottolineando che sarà necessario adottare una serie di misure specifiche per potenziare l’applicazione e reprimere le aziende che alimentano il vergognoso uso del lavoro forzato in Cina».