La Cina è da sempre un mercato particolare soprattutto per un settore come il lusso che si sta adattando a una domanda più contenuta a livello globale poiché l’aumento del costo della vita spinge gli acquirenti, soprattutto i più giovani, a limitare le spese. Per questo motivo, nonostante la spesa dei clienti cinesi si spinga altrove, Chanel prevede di investire in Cina con l’apertura di altri negozi.
Questo perché durante un recente viaggio in Cina, Leena Nair, amministratore delegato del marchio ha affermato di aver notato che i giovani acquirenti erano interessati agli acquisti di lusso intesi come investimenti finanziari a lungo termine.
In realtà quella sulla Cina è più che altro una scommessa dal momento che le ultime rilevazioni sulle vendite del primo trimestre dei marchi di lusso hanno mostrato risultati contrastanti senza offrire garanzie sul fatto che la ripresa della domanda possa avvenire a breve.
“La Cina è ancora un luogo in cui siamo, direi, sottodistribuiti”, ha affermato Philippe Blondiaux, direttore finanziario di Chanel, citando le 18 boutique di moda del marchio rispetto ai marchi concorrenti che hanno circa 40-50 negozi.
“La crescita dei consumatori cinesi sta avvenendo maggiormente in Europa e in Giappone, e ovviamente molto meno nella Cina continentale” aggiungendo che nelle ultime settimane i turisti cinesi in Giappone hanno rappresentato circa la metà delle vendite nipponiche.