Secondo quanto reso noto, Pixar Animation Studios ha intenzione di tagliare il 14% della sua forza lavoro, ovvero circa 175 dipendenti.
La strategia rientra all’interno di un ampio piano di riduzione dei contenuti come confermato anche da Bob Iger CEO della Disney, casa madre della Pixar, piano che punta a concentrarsi sulla qualità dei contenuti, non sulla quantità.
Questi sono solo gli ultimi licenziamenti in ordine di tempo, per di più ridimensionati rispetto al taglio iniziale del 20%, che hanno interessato i vari rami della Disney. In realtà alla Pixar sono stati fortunati dal momento che il ramo in questione è stato l’ultimo oggetto di tagli per via dei programmi di produzione.
Le prime difficoltà della Disney si sono evidenziate durante la pandemia, quando l’azienda ha cercato di arricchire il nascente servizio di streaming Disney+ riducendo i suoi team creativi e inviando i film cinematografici direttamente sul digitale. La conseguenza è stata la fidelizzazione di un pubblico online anche quando, finita la pandemia, i cinema hanno riaperto. Ad aggravare le difficoltà della Disney anche il cambio dei gusti del pubblico che spesso ha criticato la Disney per essersi eccessivamente focalizzata su dinamiche di natura esistenziale e sociale, problemi al di fuori della spera di competenza dei bambini.