Si continua a discutere di economia e strategie economiche, ma anche di futuro e di rischi che le diverse scelte comportano per le economie nazionali e internazionali, tutto questo in scena nella cornice della città di Trento che in questi giorni ospita il Festival dell’Economia alla sua diciannovesima edizione. Tra i protagonisti oltre ai ministri del Governo Meloni, il premier stesso e molti manager e esperti, oggi l’ex presidente di Confindustria, oggi al vertice del B7 Emma Marcegaglia.
«Nello scenario globale dell’economia oggi dobbiamo trovare un nuovo equilibrio, un equilibrio diverso da quello del passato, servono misure di di sicurezza economica, ma c’è anche la necessità di lasciare I mercati aperti», avverte Emma Marcegaglia, intervenendo in un un dibattito incentrato sul rapporto Ispi 2024, L’età della insicurezza, nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma.
«Dopo il Covid, guerre – evidenzia l’industriale dell’acciaio, past president di Confindustria e oggi presidente del B7 – le parole chiave non sono più state ‘efficienza, apertura dei mercati, scambi internazionali, ma sono diventate prevalentemente ‘sicurezza economica, autonomia strategica, reshoring».
«E’ cambiato l’atteggiamento”: Se da un lato “devi in qualche modo in parte difenderti, ci sono delle cose che sono necessarie, questo non deve diventare un modo per aggiungere ulteriore protezione, per chiudere i mercati” Va evitata, sottolinea Emma Marcegaglia, “una situazione dove c’è una totale protezionismo. E’ un po drammatico – aggiunge – gli Stati Uniti, che hanno inventato il libero mercato, oggi sono coloro che nel mondo del G7 spingono di più per una chiusura, per una protezione, dai dazi sulle auto cinesi a tante altre cose»,
«Il messaggio è: Oggi alcune protezioni servono ma attenzione, adesso, non andare all’eccesso contrario, dove la parola prevalente è solo protezionismo, sono solo dazi, sono solo clausole di salvaguardia, perché questo alla fine riduce la capacità di creare ricchezza, riduce proprio anche i rapporti, trasferimento tecnologico che serve a tutto. La storia lo insegna: quando tu proteggi, proteggi, chiudi, guardi l’altro come un nemico, nel lungo termine c’è un rischio anche per la democrazia».