I flussi di capitale verso i mercati emergenti raggiungeranno i 903 miliardi di dollari netti nel 2024. La conferma arriva dal rapporto pubblicato dall’Institute of International Finance (IIF) e che riguarda 25 paesi presenti tra i cosiddetti mercati emergenti compresi anche Cina, India e Russia.
Anche se si prevede una crescita mondiale del 3,1% per il 2024, quindi inferiore al 3,8% medio del periodo 2000-2019, «uno scenario globale di atterraggio morbido crea un quadro positivo per i flussi di capitale verso i mercati emergenti». Buone notizie anche per il commercio globale che, stando sempre allo stesso report, «ha mostrato segnali di una modesta ripresa negli ultimi mesi, guidato da un rialzo dei volumi commerciali dei mercati emergenti.»
Nel testo si legge anche la decisione di JPMorgan di includere l’India nel suo indice obbligazionario di riferimento in valuta locale dal mese prossimo «potrebbe portare a ulteriori afflussi nel debito pubblico denominato in valuta locale e far scendere i rendimenti obbligazionari, fornendo allo stesso tempo un certo supporto per la rupia».
Dall’altra parte dell’Atlantico, il rapporto dell’IIF prevede forti afflussi verso l’America Latina quest’anno e nel 2025.
«La regione continua a beneficiare del suo status di produttore globale di materie prime, della sua posizione strategica lontano dai conflitti geopolitici, della robusta crescita dei principali partner commerciali e delle opportunità di Nearshoring derivanti dal rimpasto della catena di approvvigionamento globale».
Le proiezioni degli afflussi dell’IIF verso le economie emergenti sono il risultato di previsioni su un’accelerazione della crescita economica da parte dei mercati emergenti e tagli “significativi” dei tassi nelle economie sviluppate.
In particolare l’IIF prevede come scenario base un taglio del tasso di interesse di 25 punti base da parte della Federal Reserve entro la fine del 2024 e un tasso ufficiale del 3,7% entro la fine dell’anno.
«Per l’area euro e il Regno Unito, ci aspettiamo rapidi progressi verso l’obiettivo di inflazione, con il primo taglio del tasso di riferimento a giugno o luglio», ha affermato l’IIF.