Secondo le conclusioni a cui è giunto Sylvain Broyer, chief economist Emea di S&P Global Ratings non è probabile che la BCE possa decidere più di due tagli dei tassi prima che anche la Federal Reserve, la Banca centrale USA, scenda in campo con le sue politiche monetarie.
Sebbene l’andamento dell’inflazione sia differente tra le due sponde dell’oceano, quella dell’Eurozona potrebbe essere attribuita a “scambio negativi piuttosto che a un eccesso di domanda”.
A questo si aggiungerebbe anche il fatto che i tagli dei tassi della Federal Reserve, eventualmente, supereranno, per quanto riguarda la durata, di gran lunga quelli della BCE dal momento che è possibile che arrivino al 2026. Quindi “è probabile che la Bce limiti i tagli dei tassi a non più di uno per trimestre fino al terzo trimestre del 2025, con un tasso di deposito al minimo al 2,5%”.