Il presidente della commissione Finanze del Senato ha dichiarato l’indagine sulla casa automobilistica tedesca BMW riguardante l’utilizzo di componenti elettronici provenienti da un fornitore cinese vietato si starebbe allargando.
Il mese scorso, il senatore Ron Wyden aveva dichiarato che l’azienda produttrice di auto BMW aveva importato almeno 8.000 veicoli Mini Cooper negli Stati Uniti contenenti parti di un fornitore cinese sotto embargo dal 2021 in seguito all’approvazione da parte del Congresso dello Uyghur Forced Labour Prevention Act (UFLPA) che vuole preservare le importazioni statunitensi da oggetti prodotti attraverso lo sfruttamento dei membri del gruppo di minoranza uigura del paese, accuse peraltro respinte da Pechino.
Non solo ma secondo le sue fonti l’azienda avrebbe continuato a importarli almeno fino ad aprile.
Per questo motivo Wyden, in una nuova lettera al CEO di BMW North America Sebastian Mackensen, ha chiesto se la casa automobilistica avesse completato l’esame della sua catena di fornitura per determinare se altri prodotti importati contenessero parti dal fornitore cinese sotto accusa sebbene il mese scorso la stessa BMW abbia dato piena disponibilità confermando si aver “adottato misure per fermare l’importazione dei prodotti interessati” aggiungendo che “ha standard e politiche rigorosi in materia di pratiche occupazionali, diritti umani e condizioni di lavoro, che tutti i nostri fornitori diretti devono seguire”.