6,4 miliardi di euro: a tanto ammontano i fondi erogati alle famiglie per l’Assegno unico, soldi che si aggiungono ai 18,1 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022. Lo fa sapere l’Inps con una nota sottolineando che sono 6.119.861 i nuclei famigliari che hanno ricevuto almeno un assegno nel 2024 finora, per un totale di 9.697.565 figli.
Con riferimento al mese di aprile, l’ultimo del quadrimestre, l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da circa 56 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (che per il 2024 è pari a 45.574,96 euro), a 224 euro per la classe di Isee minima (17.090,61 euro per il 2024). Nel mese hanno ricevuto l’assegno 5.844.726 famiglie per 1,57 figli in media e 256 euro per nucleo.
In generale nel 2024 l’importo va da un minimo di 57 euro, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 45.574,96 euro, ad un massimo di 199,4 euro per Isee fino a 17.090,61 euro.
Si tratta di una misura di supporto ai genitori erogata al posto di altre agevolazioni come il bonus bebè, il premio alla nascita, gli assegni familiari o quelli comunali per le famiglie numerose e le detrazioni a carico. Il trattamento fa parte del Family Act, ovvero della legge delega approvata l’11 giugno 2020 dal Consiglio dei ministri.
Possono farne richiesta tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro fonte di reddito: hanno accesso, infatti, lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti.
L’assegno mensile viene riconosciuto dal settimo mese di gravidanza alle famiglie che hanno figli a carico fino ai 21 anni, con un importo più basso a partire dal diciottesimo anno di età. L’assegno viene riconosciuto anche dopo i 21 anni per i figli disabili a carico. Per loro è prevista una maggiorazione in base al grado di disabilità.
In caso di separazione o di divorzio, l’assegno unico figli viene ripartito in pari misura tra i genitori. In pratica, viene riconosciuto ad entrambi gli ex coniugi in caso di affidamento congiunto dei figli, mentre se c’è un solo genitore affidatario sarà lui ad avere diritto all’assegno unico in caso di separazione, annullamento, cessazione o scioglimento del matrimonio.