«L’elevato livello di incertezza e le pressioni sui prezzi ancora elevate, evidenti negli indicatori dell’inflazione interna, dell’inflazione dei servizi e della crescita dei salari, significano che dovremo mantenere un orientamento monetario restrittivo». Lo ha detto il capo economista della Bce, Philip Lane.
Lane ha affermato che la crescita dei salari – il fattore chiave dell’inflazione – è elevata in quanto le aziende adeguano i salari in risposta all’inflazione passata, ma si aspetta un rallentamento l’anno prossimo. Ha aggiunto anche che i margini di profitto delle aziende sono destinati a ridursi ulteriormente e anche questo assorbirà parte degli aumenti salariali, togliendo pressione ai prezzi al consumo.
Ricordiamo che la settimana scorsa la Bce ha finalmente operato il primo taglio tanto atteso dal 2019. Christine Lagarde dal canto suo ha fatto capire di esser aperta a ulteriori tagli, con gli operatori che ne aspettano altri due entro il 2024, ma la tempistica dipenderà dal ritmo dell’inflazione europea, già rivista al rialzo. I prossimi ribassi, come sottolineano gli analisti, non sono scontati. Gli ufficiali escludono quasi del tutto un secondo intervento a luglio.
Lane ha sottolineato, come già altri prima di lui, che la BCE non sta al momento pensando ad un ulteriore allentamento della politica e che le eventuali mosse successive dipenderanno dai dati in arrivo.