La Banca Centrale Europea riporterà l’inflazione al suo obiettivo del 2% entro il prossimo anno, nonostante i dati. E’ quanto sostiene il responsabile delle politiche della BCE Francois Villeroy de Galhau che, ad una conferenza finanziaria a Parigi, ha detto: «la BCE ha ridotto i tassi di un quarto di punto percentuale rispetto al livello record della scorsa settimana, ma non si è impegnata in ulteriori tagli, in presenza di un’elevata crescita dei salari e di un ennesimo aumento delle proiezioni sull’inflazione. Il flusso di dati sull’inflazione da un mese all’altro sarebbe volatile a causa dell’effetto base dei numeri comparativi per l’energia. Questo ‘rumore’ non è molto significativo e quindi siamo ancora più orientati alle prospettive e guarderemo ancora più da vicino le previsioni sull’inflazione».
Villeroy, che è anche a capo della banca centrale francese, ha ribadito la richiesta di un approccio graduale per le future mosse dei tassi e ha detto che la BCE ha un “margine significativo” per tagliare prima che la politica monetaria diventi restrittiva.
Secondo il membro del Consiglio direttivo Gediminas Simkus invece la battaglia della Banca centrale europea per tenere l’inflazione sotto controllo non è finita. «È troppo presto per alzare la bandiera della vittoria», ha detto oggi a Vilnius il capo della banca centrale lituana.
Ricordiamo che la settimana scorsa la Bce ha finalmente operato il primo taglio tanto atteso dal 2019. Christine Lagarde dal canto suo ha fatto capire di esser aperta a ulteriori tagli, con gli operatori che ne aspettano altri due entro il 2024, ma la tempistica dipenderà dal ritmo dell’inflazione europea, già rivista al rialzo. I prossimi ribassi, come sottolineano gli analisti, non sono scontati. Gli ufficiali escludono quasi del tutto un secondo intervento a luglio.