L’inflazione all’ingrosso in Giappone è aumentata a maggio al ritmo annuo più veloce in nove mesi, secondo i dati pubblicati oggi, segno che la debolezza dello yen sta aggiungendo pressione al rialzo sui prezzi spingendo al rialzo il costo delle importazioni di materie prime.
In particolare l’indice dei prezzi dei beni aziendali (CGPI), che misura i prezzi che le aziende si applicano reciprocamente per i loro beni e servizi, è aumentato del 2,4% a maggio rispetto all’anno precedente, superando la previsione mediana del mercato per un guadagno del 2,0%. Ha fatto seguito ad un aumento dell’1,1% in aprile, accelerando per il quarto mese consecutivo, con l’aumento guidato dall’aumento dei prezzi dei servizi di pubblica utilità, del petrolio e dei prodotti chimici nonché dei metalli non ferrosi, come mostrano i dati.
I prezzi import hanno segnato un aumento dello 0,9% su base mensile e una diminuzione del 3% su base tendenziale. I prezzi export sono saliti invece dello 0,1% su base mensile e dell’1,9% su base annuale.
I dati saranno probabilmente tra i fattori che il consiglio della BOJ esaminerà durante la riunione politica di due giorni che si concluderà venerdì . Si prevede che la banca centrale manterrà invariato il suo obiettivo di tasso di interesse a breve termine in un range compreso tra lo 0% e lo 0,1%. A marzo la BOJ ha posto fine a otto anni di tassi di interesse negativi e di altri residui del suo programma di stimoli radicali, ritenendo che le prospettive che l’inflazione rimanesse durevolmente attorno al suo obiettivo di inflazione del 2% stessero aumentando.