L’inflazione australiana balza ai massimi di 6 mesi a maggio, aumentando i rischi di un rialzo dei tassi. I dati dell’Australian Bureau of Statistics diffusi oggi hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato ad un ritmo annuale del 4% a maggio, rispetto al 3,6% di aprile e ben al di sopra delle previsioni del mercato del 3,8%. Il CPI è sceso dello 0,1% a maggio rispetto ad aprile.
Il rapporto ha mostrato che i prezzi dell’elettricità sono cresciuti di un tasso annuo del 6,5%, rispetto all’aumento del 4,2 per cento di aprile, a causa dell’esaurimento degli sconti governativi, anche se sono destinati a diminuire a partire dal terzo trimestre, quando entreranno in vigore i nuovi sgravi sul costo della vita da parte dei governi federale e statale. Gli affitti sono aumentati del 7,4%, mentre i costi assicurativi sono balzati del 14%. I prezzi dei tagli di capelli, dei pasti al ristorante e del cibo da asporto sono aumentati del 5,5%, 4,2% e 4,3% all’anno.
La componente core dell’indicatore, che esclude le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, è avanzata anch’essa del 4%, oltre il +3,8% atteso dagli economisti intervistati da Reuters.
Con l’inflazione ancora al di sopra del suo target del 2-3%, gli analisti temono che la RBA possa alzare i tassi a breve. Ha mantenuto i tassi di interesse fermi al massimo di 12 anni del 4,35% per cinque riunioni consecutive.