«Il cammino dell’inflazione della zona euro potrebbe essere irregolare ma questo era già previsto e i dati continuano a suggerire che la crescita dei prezzi si stabilizzerà nel medio termine sull’obiettivo del 2% della Banca centrale europea». Lo ha detto il policymaker finlandese Olli Rehn che ha anche sottolineato: «abbiamo sempre saputo che sarebbe stato un percorso accidentato».
Secondo il membro del Consiglio direttivo le aspettative degli investitori che la Banca Centrale Europea allenti altre due volte la politica monetaria quest’anno, e porti i costi di finanziamento fino al 2,25% nel 2025, sono giuste.
Il capo della banca centrale finlandese ha anche affermato che, sebbene i funzionari debbano garantire un ritorno dell’inflazione al 2%, non dovrebbero frenare eccessivamente l’attività economica.
Proprio qualche giorno fa è stato diffuso l’ultimo bollettino della Bce in cui si sottolinea che i tassi rimarranno restrittivi finché sarà necessario per riportare l’inflazione al target del 2%.
Ricordiamo che ad inizio giugno la Bce ha finalmente operato il primo taglio tanto atteso dal 2019. Christine Lagarde dal canto suo ha fatto capire di esser aperta a ulteriori tagli, con gli operatori che ne aspettano appunto altri due entro il 2024, ma la tempistica dipenderà dal ritmo dell’inflazione europea, già rivista al rialzo. I prossimi ribassi, come sottolineano gli analisti, non sono scontati. Gli ufficiali escludono quasi del tutto un secondo intervento a luglio.