Aumenta l’incertezza e soprattutto il nervosismo sull’esito delle elezioni francesi soprattutto alla luce di una serie di proiezioni che danno la destra favorita su molti fronti.
Recenti sondaggi suggeriscono che il partito di estrema destra Rassemblement National (RN, o National Rally), guidato da Jordan Bardella, potrebbe ottenere il maggior numero di seggi nell’Assemblea nazionale, seguito dall’alleanza di sinistra Nouveau Front Populaire (NFP, o Nuovo Fronte Popolare).
L’alleanza centrista – che include la formazione politica di Macron – è al terzo posto. Il voto del primo turno di domenica sarà seguito dal ballottaggio il 7 luglio ma secondo i dati il parlamento che ne potrebbe uscire rischia di restare bloccato ancora prima di nascere.
Una paura che si evidenzia sul fronte finanziario in seguito ad una svendita di azioni e titoli di Stato francesi accentuatasi dopo che il presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni parlamentari a sorpresa. Se, per il momento, la tempesta si è calmata, gli investitori rimangono spaventati in vista del voto di domenica data la spada di Damocle di una potenziale crisi del debito.
I rendimenti obbligazionari francesi – che come tutti i titoli di stato si muovono in maniera inversa ai prezzi – sono stati relativamente contenuti ma lo spread tra i rendimenti dei titoli decennali francesi e tedeschi è cresciuto fino a oltre 71 punti base da quando è stato dichiarato il voto, il più ampio in più di un decennio
Bisognerà anche fare i conti con il timore di politiche populiste introdotte dal Rassemblement National, (aumento del salario minimo, congelamento dei prezzi di alcuni beni di prima necessità per le famiglie a basso reddito e modifiche agli scaglioni di imposta sul reddito). Tra queste anche la possibile decisione di cancellare la riforma delle pensioni che creò una serie di disordini nei mesi scorsi.