«La Banca Centrale Europea sta acquisendo fiducia nelle aspettative che l’inflazione torni al suo obiettivo del 2% l’anno prossimo e che sia in grado di guardare attraverso il rumore dei dati nei prossimi mesi». Parlando ad una conferenza della banca centrale francese, di cui è anche a capo, Villeroy ha affermato che i dati sull’inflazione, intrinsecamente rumorosi, creano il rischio di una reazione eccessiva alle notizie volatili, soprattutto per il resto dell’anno. «Dato che le sorprese dei dati sono ora minori e le revisioni della valutazione attuale più lievi rispetto a due anni fa, stiamo acquisendo maggiore fiducia nelle previsioni e più margine per non tenere conto di piccoli scossoni nel processo di disinflazione», ha aggiunto.
La BCE prevede che l’inflazione oscillerà al di sopra del suo obiettivo del 2% per il resto di quest’anno, ma prevede che riprenderà l’allentamento l’anno prossimo e raggiungerà il 2% entro la fine del 2025.
Villeroy ha detto che l’obiettivo del 2% della BCE ha funzionato bene negli ultimi anni e che, sebbene non ci sia motivo di cambiare il livello, la valutazione dell’esistenza di un’adeguata flessibilità al riguardo sarà presa in considerazione nell’ambito di una revisione strategica il prossimo anno.
Proprio qualche giorno fa è stato diffuso l’ultimo bollettino della Bce in cui si sottolinea che i tassi rimarranno restrittivi finché sarà necessario per riportare l’inflazione al target del 2%.
Ricordiamo che ad inizio giugno la Bce ha finalmente operato il primo taglio tanto atteso dal 2019. Christine Lagarde dal canto suo ha fatto capire di esser aperta a ulteriori tagli, con gli operatori che ne aspettano appunto altri due entro il 2024, ma la tempistica dipenderà dal ritmo dell’inflazione europea, già rivista al rialzo. I prossimi ribassi, come sottolineano gli analisti, non sono scontati. Gli ufficiali escludono quasi del tutto un secondo intervento a luglio.