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Economia

Assaeroporti, Presidente Borgomeo: “C’è grande voglia di volare”

Maria Vincenza D'Egidio
6 Luglio 2024
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Il Presidente di Assaeroporti: “Fortissima la domanda per il traffico aereo. Il caro biglietti si batte con concorrenza libera”

La ripresa del traffico aereo, il valore degli aeroporti per il turismo e per i territori, la sfida della transizione green, e non in ultimo anche l’accordo Ita-Lufthansa: sono queste le principali tematiche approfondite dal Presidente di Assaeroporti Carlo Borgomeo intervistato dal nostro direttore editoriale Matteo Vallero nella trasmissione Match Point sul nostro canale Business24tv.

Il traffico aereo ha raggiunto quest’anno i livelli pre-pandemia, è ripreso con cifre da record. Ci indica qualche dato tra i più significativi?

«L’anno scorso abbiamo sfiorato la cifra dei 200 milioni di passeggeri. Il gap che si è registrato durante il periodo del Covid è stato colmato molto in fretta: già dal 2023 sono state battute tutte le previsioni e c’era chi indicava una ripresa addirittura nel 2026, i più ottimisti nel 2025. Lo scorso anno, invece, abbiamo registrato i primi record. I voli con più passeggeri sono stati quelli diretti al Sud, con un recupero molto forte nelle isole. Da quest’anno c’è stato anche un deciso recupero dei voli internazionali e soprattutto intercontinentali: il primo quadrimestre ha visto oltre 58 milioni di passeggeri, con il picco nella stagione estiva quest’anno supereremo i 200 milioni di viaggiatori. Le graduatorie degli aeroporti sono stabili: il primo scalo è Fiumicino, secondo Malpensa, terzo Bergamo, per ora quarto Napoli e al quinto posto c’è Catania. Da questi dati dobbiamo registrare che c’è una clamorosa voglia di volare. C’è stata una netta ripresa anche del segmento business, che dopo il Covid e la diffusione dello smart working, era in forte discussione. Assistiamo quindi a una ripresa anche dei viaggi per lavoro. Il dato è che si vola tantissimo».

Qual è il trend estivo, in vista dei viaggi per le vacanze?

«Registriamo in tutti gli scali richieste e questo ci consente di avere un rapporto più forte con le compagnie aeree, sempre più frequentemente puntiamo ad avere lo stesso o maggior numero di passeggeri con minori movimenti, meno aerei con più viaggiatori. Aeromobili più grandi con tassi di riempimento maggiori. Chiediamo inoltre alle compagnie di mettere a disposizione aeromobili nuovi, affinché siano ridotte le emissioni di Co2 in una logica ambientale e sostenibile, che è la sfida di questo tempo. La voglia di volare deve fare i conti con il sistema di governo del trasporto aereo nel nostro Paese e con la sfida green. Siamo di fronte a un giudizio dell’opinione pubblica che appare sproporzionato. Nella narrazione corrente il traposto aereo viene indicato tra i soggetti che contribuiscono maggiormente alle emissioni inquinati. I dati dicono qualcosa di diverso: le emissioni connesse alla mobilità sono il 25%, di questo il 70% è attribuibile alla mobilità su gomma, il 14% al trasporto navale e il 13% a quello aereo. La frontiera della sostenibilità è il nodo principale per noi. Gli aeroporti non vorrebbero mai essere visti come soggetti che negano l’impatto ambientale. Delle emissioni prodotte dal trasporto aereo quelle attribuibili agli aeroporti sono solo il 5% ma stiamo lavorando moltissimo anche su questo aspetto. Emissioni zero negli aeroporti con Net Zero 2050. Tutti gli aeroporti si muovendo verso questo obiettivo, molti scali lo raggiungeranno già nel 2030».

Guardiamo più a lungo, può sbilanciarsi sulle previsioni 2025, soprattutto guardando all’evento su Roma del Giubileo 2025? Quanto inciderà sul traffico aereo?

«Le previsioni sono difficili da fare, ci sarà un impatto elevatissimo soprattutto sugli arrivi. La maggior parte dei viaggiatori raggiungerà il nostro Paese tramite gli aeroporti e non è detto che sarà interessato solo Fiumicino, lo scalo di riferimento per l’evento. Poi c’è anche Milano-Cortina che porterà grandi numeri. Altra voce importante, che sta crescendo, è quella del cargo: nonostante un ritardo fortissimo, legato alla logistica, parliamo di un incremento del 18% rispetto allo scorso anno».

L’intervista completa a Carlo Borgomeo (Assaeroporti) andata in oda sul canale 410 del digitale terrestre

Abbiamo parlato di cifre record e numeri in ripresa per il traffico passeggeri ma non possiamo non affrontare il tasto dolente dei rincari, anche quelli sfiorano record. Cosa si prevede in merito? Inizieranno a scendere i prezzi dei biglietti? 

«Gli aumenti del costo dei biglietti aerei sono innegabili, ma non dipendono da noi. La questione è che veniamo da anni in cui i biglietti erano particolarmente economici e l’utenza si è abituata a queste cifre. C’è anche un’attitudine dei passeggeri che si spaventano se un biglietto Roma-Milano costa 90 euro, perché sono abituati a pagarlo 32 euro. Però non sollevano obiezioni se l’alta velocità costa 100 euro. Parliamo proprio di un aspetto psicologico. Le motivazioni degli aumenti sono tante, in primis c’è l’aumento del costo dei carburanti, che tuttavia si è andato attenuando. In generale vanno bene i controlli su tali fenomeni ma non si possono contraddire le regole della concorrenza. Fissare un tetto al costo del biglietto non è la soluzione ed è stato dimostrato. Serve una forte vigilanza sulla concorrenza e l’applicazione di sanzioni più consistenti. Gli strumenti per ottenere possibili diminuzioni? Solo se si sviluppano misure concorrenziali il più libere possibili».

Tema caldo di questi giorni l’accordo Ita-Lufthansa, qual è la posizione di Assaeroporti e cosa ne pensa? In che modo potrebbe essere una risorsa per il settore aeroportuale?

«Siamo assolutamente contenti che ci sia questa possibilità, considerato che non possiamo avere una compagnia di bandiera, una compagnia di riferimento è assolutamente necessaria. Sappiamo tutti che il tempo perso è stato molto ma ad esempio la valutazione sugli slot di Linate era importante. Più in generale era importante verificare che la crescita di Lufthansa non avvenisse a scapito di ITA. Il piano industriale e i programmi sono una cosa su cui vigilare attentamente».

Ha affermato che non possiamo avere una compagnia di bandiera. Perché?

«Bisogna ricordare quello che è costato l’insistenza e la cattiva gestione di Alitalia, qui parliamo di 6/7 miliardi. Ci è costata moltissimo anche la cultura monopolista di Alitalia. Posso semplicemente fare un esempio, c’è stato un Ad di Alitalia che in risposta a un giornalista che lo interrogava sui numeri di Ryanair e sul superamento rispetto a Alitalia, ha risposto: ‘io mi occupo di trasporto aereo’. Sminuendo ciò che stava facendo Ryanair. Anche noi abbiamo un giudizio in chiaroscuro sulle low cost ma di certo bisognava accorgersene in tempo su cosa stava accadendo e prenderne atto. Non tutti sono stati in grado di capirlo».

Come evidenziato dal presidente di Assaeroporti Borgomeo, è la voglia di volare che sta spingendo questi numeri da record. Mentalità, cultura e business sono tornati a far viaggiare moltissime persone nel mondo. La voglia di scoprire nuove mete, anche molto lontane, fa superare il problema dei rincari sulle tariffe aeree.

 

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