«Non c’è motivo per cui la Banca centrale europea debba tagliare i tassi di interesse questo mese, ma la riunione di settembre sarà aperta e le aspettative del mercato per un ulteriore allentamento per ora sono appropriate». Anche il governatore della banca centrale olandese Klaas Knot, parlando al giornale tedesco Handelsblatt, ha ribadito quanto detto finora da altri suoi colleghi.
La Bce ha tagliato i tassi all’inizio di giugno per la prima volta dal 2019 e ha segnalato che arriverà un ulteriore allentamento, ma non ha dato alcun indizio sulla tempistica delle mosse successive, lasciando che i mercati facessero le loro ipotesi e che i banchieri centrali discutessero sul merito delle mosse.
Anche Knot si è detto “tranquillo” sui progressi della Bce nella riduzione dell’inflazione, che vede il raggiungimento dell’obiettivo del 2% alla fine del 2025, ma non sono tollerati ulteriori ritardi, dato che per allora l’inflazione sarà stata al di sopra dell’obiettivo per quattro anni e mezzo.
«Un ritardo dell’inflazione nel ritornare al 2% significherebbe tagli ancora più lenti al tasso di deposito oggi al 3,75%, livello ancora abbastanza alto da limitare la crescita economica. Per ora, tuttavia, tutto sembra essere sulla buona strada», ha detto Knot.
I mercati vedono tra uno e due tagli dei tassi quest’anno e poco più di quattro nei prossimi 18 mesi, il che suggerisce che il tasso di deposito rimarrebbe al di sopra del 3% nella seconda metà del prossimo anno. «Finché saremo al di sopra del 3%, avremo ancora una politica restrittiva. E sarà così per il prossimo futuro, oltre il quale non posso fare dichiarazioni significative», ha sottolineato il banchiere.
Secondo Knot i principali rischi per il percorso dell’inflazione sono la combinazione di una rapida crescita dei salari con un insoddisfacente miglioramento della produttività e l’incertezza sulla capacità delle imprese di assorbire i maggiori costi del lavoro con margini di profitto più bassi.
Manca poco per scoprire come si muoverà ora la Bce: la prossima riunione di politica monetaria è il 18 luglio e non ci dovrebbero essere sorprese. La vera incognita è il 12 settembre.