Mentre si continua a discutere sui reali effetti delle sanzioni contro la Russia, un dato offre un ulteriore spunto per capire quanto la guerra stia colpendo davvero l’economia di Mosca.
I magnati russi hanno ricevuto miliardi di dollari in dividendi poiché le loro aziende hanno ripreso o aumentato i pagamenti, in un contesto di attenuazione dell’incertezza economica dovuta al conflitto. Tra i ricchi che hanno visto incrementare il loro patrimonio, molti hanno stretti legami con Putin e includono alcuni che sono stati sanzionati per la guerra che è ormai al suo terzo anno.
Un’ulteriore prova, quindi, che gli effetti delle misure di ritorsione avanzate dall’Occidente hanno effetti controversi. Gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno imposto sanzioni radicali alla Russia in risposta all’invasione del febbraio 2022, spingendo molte aziende a sospendere i pagamenti dei dividendi a causa dell’incertezza su un potenziale crollo economico.
Tali timori non hanno trovato pieno riscontro e l’economia russa si è gradualmente adattata alle nuove condizioni, con gli esportatori che hanno trovato mercati alternativi.
Dopo la contrazione registrata nell’anno successivo all’inizio della guerra, l’economia russa si è ripresa rapidamente, poiché il governo ha speso ingenti somme per espandere l’industria della difesa, proteggere le imprese nazionali dall’impatto delle sanzioni e fornire sostegno sociale alle famiglie. I problemi, ovviamente, non mancano e la Russia potrebbe trovarsi dinanzi a sfide finanziarie complesse nei prossimi mesi.
L’aumento di ricchezza dei miliardari russi, però, avanza riflessioni su cosa realmente stia accadendo nel Paese. Con valutazioni interessanti proprio sugli effetti delle sanzioni.
Almeno una dozzina di imprenditori ha guadagnato più di 1 trilione di rubli (11,3 miliardi di $) nel 2023 e nel primo trimestre di quest’anno, secondo i dati sui dividendi compilati da Bloomberg da informazioni divulgate pubblicamente.
Vagit Alekperov, azionista chiave ed ex presidente del gigante petrolifero Lukoil PJSC, è in cima alla lista con circa 186 miliardi di rubli in dividendi. È sanzionato dal Regno Unito e dall’Australia, ma finora ha evitato le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
I miliardari Alexey Mordashov, di Severstal PJSC, e Vladimir Lisin, di Novolipetsk Steel PJSC, si classificano subito dopo, con 148 miliardi e 121 miliardi di rubli di dividendi rispettivamente. Mordashov è sotto sanzioni da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Ue, mentre Lisin non è sottoposto a rilevanti restrizioni.
L’elenco include anche l’alleato miliardario di Putin, Gennady Timchenko, e Tatyana Litvinenko, che ha ricevuto una quota di PhosAgro PJSC prima che suo marito Vladimir venisse sanzionato dagli Stati Uniti nel 2023.
Vladimir Litvinenko è rettore dell’Università mineraria di San Pietroburgo, dove Putin ha conseguito un dottorato di ricerca nel 1997 ed è stato il responsabile della campagna elettorale del presidente in città durante tre elezioni.
Da evidenziare che molte società controllate dallo Stato come Gazprom Neft PJSC e la più grande banca russa Sberbank PJSC non hanno mai smesso di effettuare pagamenti di dividendi mentre accumulavano profitti record durante la guerra. Il mese scorso gli azionisti di Sberbank hanno approvato una cifra storica pari a 752 miliardi di rubli in dividendi per il 2023.