Nel secondo trimestre Tenaris, produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, ha visto scendere l’utile a un livello inferiore alle stime di consensus e ha registrato un calo dei ricavi, che comunque hanno superato le previsioni degli analisti.
Come si legge in una nota: «Le vendite nette sono state più resilienti del previsto, con le consegne che si sono mantenute a un livello elevato in Medio Oriente, negli Stati Uniti e nelle regioni offshore, e i prezzi medi di vendita hanno beneficiato di un mix favorevole di prodotti. I margini, tuttavia, hanno risentito del continuo calo dei prezzi degli Octg (oil country tubular goods) nelle Americhe e l’utile netto ha risentito di un accantonamento straordinario registrato tra gli altri proventi e oneri operativi».
La società ha chiuso il periodo a giugno con un utile netto di 348 milioni di dollari, 0,29 dollari per azione, il 69% in meno rispetto ai 1,136 miliardi, 0,95 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso (-54% rispetto ai tre mesi precedenti) e sotto i 535 milioni attesi dal consensus.
L’utile per Ads (american depositary share) è stato pari a 0,59 dollari, contro gli 1,9 dollari dello stesso periodo dell’anno scorso e gli 1,27 del primo trimestre. I ricavi si sono attestati a 3,322 miliardi, in calo del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e del 3% rispetto ai tre mesi precedenti, ma meglio dei 3,241 miliardi previsti dal consensus.
L’utile operativo si è attestato a 512 milioni (-60% su anno e -37% su trimestre) e l’Ebitda è stato di 650 milioni (-54% su anno e -34% su trimestre), sotto il consensus per 797 milioni, con un margine del 19,6% (34,6% l’anno precedente e 28,7% nel primo trimestre).
A fine primo trimestre la società aveva anticipato per il secondo trimestre vendite e margini in calo rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Nel primo semestre, la società ha visto calare i ricavi del 18% a 6,763 miliardi, l’utile netto del 52% a 1,098 miliardi, l’utile operativo del 50% a 1,323 miliardi e l’Ebitda del 43% a 1,637 miliardi, con un margine del 24,2% (da 35,1%).
Per il terzo trimestre, Tenaris prevede che le vendite e l’Ebitda saranno impattati dalla diminuzione dell’attività negli Stati Uniti e in America Latina e dal prolungato calo dei prezzi degli Octg (oil country tubular goods) nelle Americhe. La società come già anticipato, ci dovranno essere stop per manutenzione in molte delle acciaierie, compresa l’installazione di un nuovo forno nell’acciaieria di Siderca.
In questo contesto, Tenaris sta agendo per ridurre i costi, aumentare la competitività e allineare il proprio sistema industriale.
Guardando al contesto in generale, secondo Tenaris le prospettive per la domanda e l’offerta di petrolio rimangono solide, anche se l’annunciata revoca dei tagli volontari alla produzione dell’Opec+ ha portato qualche incertezza.
Inoltre, le importazioni di Octg negli Stati Uniti ‘sono rimaste elevate nel corso dell’anno, mentre l’attività di perforazione di petrolio e gas è stata influenzata dal consolidamento del settore, dai bassi prezzi del gas naturale e dagli elevati costi di finanziamento per gli operatori più piccoli.
Le scorte di Octg sono aumentate e i prezzi continuano a scendere. Infine, Tenaris segnala che la volatilità politica ed economica sta influenzando l’attività di perforazione in Messico e in Argentina, mentre si registrano ritardi nella definizione degli investimenti in infrastrutture di oleodotti necessari per sviluppare ulteriormente il prolifico scisto di Vaca Muerta.
Nel resto del mondo, la domanda di sviluppi offshore e di trivellazioni di gas associate a progetti di Gnl rimane sostenuta fino al 2025.