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Green

Green Deal UE: ecco quando un’attività può definirsi “ecosostenibile”

Redazione Business24tv
3 Agosto 2024
Green Deal UE: ecco quando un’attività può definirsi “ecosostenibile”
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Raggiungere gli obiettivi di sostenibilità richiede investimenti ingenti e in taluni casi la revisione di parte del modello di business

La sostenibilità rappresenta ormai una componente essenziale per la competitività delle imprese e per lo sviluppo dell’economia in generale.
Nell’ambito dei fattori  ESG sono contemplate anche tematiche sociali e di governance, ma il focus è attualmente rivolto in primo luogo alle problematiche ambientali.

L’UE si trova in prima linea nel sostenere un’economia a ridotti impatti climatici, tant’è che la previsione  è di 180 miliardi di euro all’anno  indispensabili nel periodo 2024-2027 per sovvenzionare il Green Deal UE, ossia l’insieme di politiche offerte dalla Commissione Europea per realizzare la neutralità climatica in Europa entro il 2050. La vastità degli interventi economici ipotizzati a favore della transizione energetica ed ecologica è comprovato anche dal PNRR italiano (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che avrà il compito di traghettare l’Italia verso un’economia più sostenibile e “green”.

Risulta quindi indispensabile la partecipazione delle imprese ma anche di tutto il sistema bancario al fine di destinare risorse appropriate verso attività a minor impatto ambientale.

Francesco Megna-autore del pezzo

Da due anni  gli Istituti di Credito introducono  un nuovo coefficiente nelle valutazioni per la concessione di credito alle imprese: l’adeguamento delle attività d’impresa alla tassonomia UE , deliberata dal Parlamento Europeo nel 2020 che stabilisce quando un’attività economica può definirsi ‘ecosostenibile’. Gli organismi di vigilanza europea chiedono alle banche di adeguare i propri programmi di business all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e a partire dallo scorso  anno, richiedono  l’invio di un nuovo parametro, il GAR (Green Asset Ratio), cioè la somma delle attività bancarie conformi alla tassonomia UE, rispetto al totale delle attività dell’Istituto di Credito. Lo scopo è quello di agevolare , nell’erogazione di finanziamenti, le attività classificate come sostenibili dalle regole UE per convogliare più risorse possibili verso progetti rispettosi dell’ambiente . Gli stessi Istituti bancari sono incentivati in questo senso, in quanto un GAR non in linea con gli obiettivi potrebbe determinare svantaggi anche sul mercato. L’80% circa delle banche considera i criteri ESG un elemento reputazionale e non necessariamente correlato al business.

Alla luce di questo quadro normativo, quali sono le conseguenze  per le nostre  imprese? Sicuramente non è più rinviabile l’impegno verso la transizione ecologica e l’adeguamento del proprio business alle regole ESG in generale. Raggiungere gli obiettivi di sostenibilità richiede investimenti ingenti e in taluni casi la revisione di parte del modello di business, anche se comunque  l’attenzione ai temi ESG comporta numerosi vantaggi per l’azienda, soprattutto  nell’attuale contesto europeo. Che il mondo degli affari ed i consumatori stiano prestando sempre maggior attenzione agli indicatori ESG è ormai un dato di fatto. Sta nell’abilità dell’imprenditore essere in grado di comprendere quali trend impatteranno maggiormente il proprio business, e come NON seguire alcuni trend cambierà l’andamento dell’azienda. Tra i vantaggi: maggiori ricavi,seguendo i trend di settore/dei consumatori ;minori costi, implementando tecnologie e processi che riducono le materie prime necessarie, gli sprechi e gli interventi di manutenzione.

Per poter ricevere sostegno dal sistema finanziario nel cammino verso la sostenibilità, sarà comunque determinante la comunicazione dei dati ESG alle banche. Per le quali  sarà infatti indispensabile  ricevere comunicazioni precise  e puntigliose  sulle attività aziendali e sulla misura in cui esse siano in linea con la  la tassonomia europea, per decidere  quante risorse e a che prezzo erogarle. La tematica fondamentale è dunque quella della chiarezza e trasparenza dei dati, che dovranno dimostrare  in modo trasparente  e ineccepibile  l’impatto sociale ed ambientale delle attività svolte dalle imprese. Le principali soluzioni  sono la  normalizzazione e  semplificazione delle informazioni richieste richieste e, prima di tutto, la diffusione di esperienze al fine di ampliare la consapevolezza delle PMI sui temi della sostenibilità.

DI FRANCESCO MEGNA

Esperto di Finanza ed Economia

FOTO: SHUTTERSTOCK
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