Un giudice statunitense ha stabilito lunedì che Google ha violato la legge antitrust, spendendo miliardi di dollari per creare un monopolio illegale e diventare il motore di ricerca predefinito al mondo, la prima grande vittoria per le autorità federali nella lotta al predominio di mercato delle Big Tech.
La sentenza apre la strada a un secondo processo per determinare possibili soluzioni, tra cui forse la scissione della società madre di Google, Alphabet che cambierebbe il panorama del mondo della pubblicità online che Google domina da anni.
E’ anche il via libera alle aggressive autorità antitrust statunitensi che vogliono perseguire penalmente le Big Tech, un settore che è stato attaccato da tutto lo spettro politico.
«La corte giunge alla seguente conclusione: Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio», ha scritto il giudice distrettuale statunitense Amit Mehta, Washington, DC.
Google controlla circa il 90% del mercato della ricerca online e il 95% sugli smartphone.
La fase di rimedio potrebbe essere lunga, seguita da potenziali ricorsi alla Corte d’appello degli Stati Uniti, al District of Columbia Circuit e alla Corte suprema degli Stati Uniti. La disputa legale potrebbe protrarsi fino all’anno prossimo, o addirittura al 2026.
Le azioni di Alphabet sono scese del 4,5% lunedì in mezzo a un ampio calo delle azioni tecnologiche mentre il mercato azionario più ampio crollava per i timori di recessione. La pubblicità di Google era il 77% delle vendite totali di Alphabet nel 2023.
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