Quando ha visto l’email, Noah è stato investito da un’ondata di ansia. Era la primavera del 2023 e il game artist di Activision stava leggendo un messaggio dell’allora direttore tecnico dell’azienda, Michael Vance, che spiegava come l’intelligenza artificiale fosse una priorità assoluta per la casa sviluppatrice di videogiochi. Vance scriveva che i sistemi erano ancora in fase di test, ma ciò che abbiamo visto finora è molto promettente.
C’erano già state un paio di email simili inviate ai dipendenti dello studio dietro Call of Duty. Una in particolare aveva autorizzato l’uso interno di due strumenti AI per la generazione di immagini, Midjourney e Stable Diffusion, per creare concept art.
I videogame e le persone che li producono sono in difficoltà. Si stima che solo nel 2023 siano state licenziate 10.500 persone nel settore, che vale quasi 200 miliardi di dollari. E quest’anno i licenziamenti sono aumentati, con gli studios che secondo le stime hanno ridotto la forza lavoro di 11mila persone, a oggi.
Microsoft, produttore Xbox e parent company di diversi editori, tra cui Activision Blizzard, ha chiuso Tango Gameworks e Alpha Dog Games a maggio. Nel frattempo, i sistemi di AI generativa costruiti da OpenAI e dai suoi concorrenti si sono diffusi quasi in ogni settore, demolendo intere carriere.
Il settore dei videogiochi potrebbe essere il più grande che l’AI si appresta a conquistare. La potenza economica della tecnologia ha eclissato ormai da tempo quella di Hollywood, mentre la forza lavoro dell’industria rimane perlopiù non sindacalizzata.
Un recente sondaggio condotto dagli organizzatori della Game Developers Conference ha scoperto che il 49% degli oltre tremila intervistati riportava che il suo posto di lavoro utilizza l’AI, e quattro partecipanti su cinque hanno espresso preoccupazioni etiche sul suo utilizzo.
L’automazione di un lavoro raramente avviene in modo uniforme o immacolato. Storicamente l’impatto si manifesta soprattutto attraverso la dequalificazione delle mansioni, quando sempre più compiti vengono affidati a una macchina o a un programma, o il tasso di attrito, con i dipendenti che vengono licenziati, si dimettono o vanno in pensione che non vengono sostituiti. L’AI generativa, a quanto pare, non fa eccezione.
Non è detto che i dirigenti dei produttori di videogiochi utilizzino l’AI per eliminare interi reparti. In molti casi la tecnologia è usata per ridurre i costi, aumentare la produttività e compensare la riduzione del personale dopo i licenziamenti.
In altre parole, i vertici aziendali stanno già usando l’AI per sostituire e degradare le professionalità. E non sempre succede nel modo che si potrebbe immaginare: si tratta di un processo complesso e basato su decisioni poco trasparenti.