Nella fase più delicata della transizione digitale l’Italia si scopre priva di personale con competenze adeguate. Nello specifico sarebbero 362mila i lavoratori con competenze avanzate a mancare all’appello.
Da qui il pericolo di far subire al settore italiano un brusco rallentamento. L’allarme è lanciato da Confartigianato che parla di necessità, per le aziende italiane, di 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate ma il 51,8% ha difficoltà a reperirle. Impossibile, quindi, riuscire a gestire tecnologie cruciali come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata, e la blockchain.
Situazione più difficile per le micro e piccole imprese che arrivano a trovarsi scoperte per il 54,9% delle posizioni. A livello regionale le più in difficoltà sono, nell’ordine, Trentino-Alto Adige ( 65,8% dei posti vacanti) Friuli-Venezia Giulia (62,6%), Umbria (60,3%), Marche (57,1%), Veneto (56,3%) ed Emilia-Romagna (55,8%).
“Le nostre aziende devono poter contare su lavoratori in grado di padroneggiare le nuove tecnologie”, afferma Marco Granelli, Presidente di Confartigianato.