Parte oggi negli Usa il processo antitrust in cui Google affronterà i procuratori ad Alexandria, in Virginia. Il Dipartimento di Giustizia cercherà di dimostrare che l’azienda ha soffocato la concorrenza nella tecnologia pubblicitaria online.
In particolare gli inquirenti sostengono che Google ha ampiamente dominato l’infrastruttura tecnologica che finanzia il flusso di notizie e informazioni sui siti web, attraverso oltre 150.000 vendite di annunci pubblicitari online al secondo. A questo proposito la società avrebbe messo in atto un piano complesso per dominare gli strumenti pubblicitari dei siti web, attraverso acquisizioni, restrizioni sulle modalità di utilizzo dei suoi strumenti da parte dei clienti e presunte manipolazioni delle aste pubblicitarie.
Google nega le accuse, citando la concorrenza nelle app e nella TV connessa.
Secondo una ricerca dell’analista azionario Wedbush gli strumenti tecnologici pubblicitari di Google hanno rappresentato 20 miliardi di dollari, ovvero l’11% del fatturato lordo dell’azienda nel 2020, e circa 1 miliardo di dollari, ovvero il 2,6%, dell’utile operativo di quell’anno.
Se il giudice distrettuale statunitense Leonie Brinkema dovesse stabilire che Google ha infranto la legge, prenderebbe in considerazione la richiesta dei pubblici ministeri di obbligare Google a vendere almeno Google Ad Manager, una piattaforma che include il server pubblicitario degli editori di Google e il suo ad exchange.