Sindacati e dirigenti Volkswagen inizieranno oggi i colloqui sugli stipendi, che probabilmente determineranno con quanta aggressività la più grande casa automobilistica europea perseguirà i licenziamenti e le potenziali chiusure di stabilimenti in Germania.
Le tensioni presso il colosso automobilistico sono alle stelle, poiché lo spettro della chiusura degli stabilimenti, svelato all’inizio di questo mese, lo ha portato a scontrarsi con il sindacato IG Metall, che ha giurato una forte opposizione a tali iniziative.
L’IG Metall deve inoltre negoziare nuovi accordi di lavoro per i 130.000 lavoratori del marchio principale VW in Germania, dopo che all’inizio di questo mese il gruppo ha rescisso gli accordi che avevano salvaguardato l’occupazione in sei dei suoi stabilimenti nella Germania occidentale dalla metà degli anni ’90.
La Volkswagen sostiene che gli elevati costi dell’energia e della manodopera in Germania, la principale economia europea, la pongono in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi omologhi europei e ai rivali cinesi che hanno puntato a una grossa fetta del mercato dei veicoli elettrici del continente.
I colloqui si svolgono in un momento in cui l’industria tedesca nel suo complesso è alle prese con costi elevati, carenza di manodopera e crescente concorrenza, con i pesi massimi in testa, tra cui BASF e Thyssenkrupp di valutare di ridurre le proprie attività.
Anche altre case automobilistiche tedesche stanno risentendo della crisi, come Mercedes-Benz e BMW hanno tagliato le loro previsioni di profitto nelle ultime settimane a causa della debole domanda in Cina.
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