Anche un colosso come IKEA deve lamentare vendite in calo. A causa di un mercato immobiliare debole, l’azienda registra un calo del 5% dopo i tagli ai prezzi, strategia attuata nel tentativo di attirare più acquirenti e mantenere la sua quota di un mercato in un settore che, su tutti i livelli, ha dovuto combattere contro un generale rallentamento. Il taglio dei prezzi ha aumentato, di fatto, il flusso di acquirenti ma nonostante i 2,1 miliardi di euro investiti nei tagli, la sua quota di mercato nel settore dell’arredamento per la casa è rimasta stabile al 5,7%.
Ingka Group, che detiene la maggior parte dei negozi IKEA a livello globale, nell’anno finanziario chiusosi al 31 agosto ha registrato 39,6 miliardi di euro (43,3 miliardi di dollari) di vendite.
“In tutti i nostri mercati abbiamo sperimentato un rallentamento dell’economia e un rallentamento dell’industria dell’arredamento, quasi simultaneamente”, ha dichiarato Jesper Brodin, CEO di Ingka Group. “Non abbiamo mai sperimentato nulla di simile dal 2008, a dire il vero”.
Restano le speranze per il futuro. Per il 2025, IKEA si aspetta una spinta alle vendite con tassi di interesse più bassi che potrebbero incentivare il cambio di casa e, quindi, l’acquisto di mobili nuovi.