Benritrovati a Pillole finanziarie, la rubrica di Business24 che vi guida attraverso il mondo delle finanze personali e che vuole spiegare l’economia in parole semplici. Io sono Marcello Cerro, consulente finanziario certificato EFPA, ed oggi parleremo di un tema strettamente collegato alla tecnologia applicata all finanza, ovvero le cryptovalute, termine improprio per classificare quello che è divenuto un asset ancora marginale ma che giorno dopo giorno acquisisce sempre più importanza.
Dicevamo improprio in quanto tra le caratteristiche che dovrebbe contraddistinguere le valute c’è la stabilità di valore, quindi l’attuale volatilità del settore non le rende di certo affidabili come spesso non lo sono i miriadi di scopi d’uso per le quali nascono.
Il settore è contraddistinto da migliaia di progetti, molti di discutibile contenuto e che spesso ne hanno minato la credibilità anche per l’uso fraudolento a danno di incauti investitori.
Il bitcoin è stata la prima criptovaluta ed è la più grande in assoluto con una capitalizzazione di mercato superiore al 50% del settore. La sua tecnologia sottostante, blockchain, offre trasparenza e sicurezza senza precedenti e ha gettato le basi per la nuova era dell’innovazione finanziaria. Il bitcoin è una criptovaluta e un sistema di pagamento valutario internazionale creato nel 2009 da un anonimo inventore o gruppo di inventori, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Dagli esperti di finanza il bitcoin non viene classificato come una moneta, ma come una riserva di valore attualmente molto volatile. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, il bitcoin non fa uso di un ente centrale né di meccanismi finanziari sofisticati, il valore è determinato unicamente dalla domanda e offerta: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni sfruttando la crittografia.
La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento pseudo-anonimo di moneta; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer o dispositivi elettronici quali smartphone, sotto forma di portafoglio digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili a una banca. Il wallet bitcoin ha un indirizzo identificato da un codice alfanumerico che possiede tra i 25 e i 36 caratteri tra numeri e lettere; è l’unico dato da comunicare per ricevere un pagamento che godrà di un certo grado di anonimato, ma sarà allo stesso tempo pubblicamente e immutabilmente visibile sulla blockchain, ovvero un registro pubblico, per sempre. Occorre fare molta attenzione nella trasmissione del codice alfanumerico in quanto eventuali errori non consentono di annullare l’operazione e causano la perdita del denaro. È possibile ricevere pagamenti più semplicemente attraverso la scansione di QR code. In ogni caso, i bitcoin possono essere trasferiti attraverso internet verso chiunque disponga di un “indirizzo bitcoin”.
La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale, ovvero una rete di computer che non possiede server fissi ma un numero di nodi della rete equivalenti con lo scopo di scambiare e condividere gratuitamente file, rende difficile il blocco dei trasferimenti ed il sequestro di bitcoin senza il possesso delle relative chiavi o la svalutazione dovuta all’immissione di nuova moneta, la cui produzione totale ammonterà a 21.000.000 di bitcoin entro il 2140, oggi ne sono in circolazione all’incirca 19.000.000, quindi non inflazionabile, per questo qualcuno l’ha definito “oro digitale”.
La sua popolarità probabilmente continuerà a salire e l’adozione di massa sarà ulteriormente incoraggiata con lo sviluppo degli ETF su bitcoin, i quali sono già un’attività di investimento che iniziano a coinvolgere anche investitori istituzionali.
La produzione di bitcoin è divenuta meno redditizia su piccola scala date le risorse energetiche e tecnologiche necessarie per estrarre bitcoin. Ciò significa uno spostamento da piccole operazioni a operazioni più grandi il che porta al consolidamento del settore.
Confrontato con i principali indici borsistici, il bitcoin a 1 – 5 – 10 anni non teme confronti.
Il viaggio di Bitcoin è stato segnato da pietre miliari e momenti significativi, tra cui la famigerata prima transazione in cui Laszlo Hanyecz ha acquistato due pizze per 10.000 bitcoin nel 2010 (10.000 BTC ora valgono circa 690.000.000 di dollari).
Di Marcello Cerro
consulente finanziario
L’intervista sulle criptovalute in onda sul 410 del digitale terreste