Numeri in aumento per il mercato del Cloud in Italia: l’attuale picco registrato è il più alto degli ultimi 6 anni, superiore persino al 2020, periodo caratterizzato dal lockdown. A fare la differenza è l’intelligenza artificiale, che si configura come spinta principale della crescita generale del settore.
Ad affermarlo e a fornire una panoramica dettagliata è l’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, giunto alla sua quattordicesima edizione: uno strumento che intende creare e diffondere conoscenza per supportare le aziende nel cogliere le opportunità del cloud.
Quest’anno, la ricerca dell’Osservatorio si è basata su un’analisi empirica che, attraverso survey e casi di studio, ha coinvolto oltre 1000 aziende.
Il quadro restituito è chiaro: grazie all’intelligenza artificiale il mercato del Cloud italiano è cresciuto del 24% rispetto al 2023, con un valore di 6,8 miliardi di euro. A registrare la dinamica di crescita più significativa è la componente Public & Hybrid Cloud con 4,8 miliardi di euro, +30% sul 2023. All’interno di questa componente, lo IaaS ha toccato il valore di 2,1 miliardi di euro (+42% sul 2023), posizionandosi per la prima volta come elemento principale nel mix complessivo (44%).
Spicca anche il Virtual & Hosted Private Cloud (servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni) che raggiunge 1,139 miliardi di euro (+10%) mentre la Data Center Automation, ossia la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, cresce del +9% per un totale di 817 milioni di euro.
Notevole anche la crescita del Platform as Service (PaaS), che registra una crescita del +23% per un totale di 845 milioni di euro, spinto dall’utilizzo di componenti di AI quali per esempio gli LLM messi a disposizione tramite API.
Infine, il SaaS ha registrato +21%, raggiungendo un valore totale di 1,8 miliardi di euro. Una dinamica di crescita ancora una volta legata alla possibilità di accedere a tecnologie di intelligenza artificiale: da un lato con l’acquisto di software pronti all’uso, dall’altro con l’integrazione di funzionalità di IA nelle piattaforme di gestione documentale e collaboration.
Per quanto riguarda l’adozione del Cloud, l’84% delle grandi imprese dichiara di aver migrato in Cloud la totalità dei dati critici legati alle attività di core business (32%) o almeno una parte di essi (52%).
Il livello di fiducia da parte delle aziende si evince dalla propensione pressoché nulla a far ricorso alla cosiddetta “repatriation” – cioè il trasferimento di dati e applicazioni dal cloud pubblico a sistemi on-premise o privati – limitata al 2% del campione.
Meno coinvolte invece le piccole e medie imprese, come attestano anche i dati di adozione del Cloud che rimangono stabili rispetto all’anno precedente e pari al 67%.
Le PMI che ormai adottano il Cloud continuano però a estenderne l’utilizzo: cresce infatti del +21% nel 2024 la spesa in Public e Hybrid Cloud di questo comparto, raggiungendo il valore di 581 milioni di euro.
«Il Cloud è destinato nei prossimi anni a crescere ulteriormente – ha dichiarato Mariano Corso, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation – per effetto innanzitutto dello sviluppo dell’Artificial Intelligence, a cui è doppiamente legato».
«Da un lato infatti il Cloud ‘abilita’ l’AI in quanto rappresenta la piattaforma di gran lunga prevalente su cui questa viene non solo sperimentata, ma anche sviluppata e implementata dalle aziende più mature. Dall’altro lato, è l’AI che consente un’evoluzione nella gestione del Cloud in quanto fornisce strumenti preziosi per gestire la complessità della gestione e governance di un sistema Cloud evoluto».