Il legame intrinseco tra benessere, sia fisico che mentale, e alimentazione consapevole, la cosiddetta “mindful eating”, sta catturando l’interesse di un numero sempre maggiore di italiani.
Negli ultimi anni, si è assistito a una trasformazione significativa nel modo in cui i consumatori approcciano il momento del pasto, ormai percepito non più soltanto come un mero atto nutritivo, ma come una vera e propria esperienza di benessere.
Questo cambio di mentalità si traduce in un approccio all’alimentazione più attento e selettivo, orientato verso prodotti che non solo soddisfano il palato, ma che rispondano anche a un’esigenza più profonda di equilibrio e armonia interiore.
Con una sensibilità maggiore della media dei consumatori europei al tema del benessere a tavola, gli italiani sembrano riscoprire, con rinnovato fervore, l’antico principio dei loro avi latini, “Mens sana in corpore sano”, come un faro guida nel loro cammino verso uno stile di vita più sano e consapevole.
L’interesse crescente degli italiani per i prodotti salutistici si riflette chiaramente nelle loro abitudini di spesa. In quest’ottica, non sorprende che i principali trend di consumo dell’anno siano dominati da panieri di prodotti ascrivibili all’area del salutistico e del benessere.
Cibo oltre l’alimentazione
In un tale paradigma, in cui il cibo non è solo nutrimento ma diviene elemento chiave per il raggiungimento di un equilibrio psicofisico completo, gli italiani riscoprono interesse verso i prodotti biologici, considerati una scelta consapevole che coniuga qualità, sicurezza alimentare e rispetto per l’ecosistema.
Oggi, secondo la consumer survey “Idee di futuro” realizzata dall’Ufficio Studi Coop in collaborazione con Nomisma, in Italia sono 4,8 milioni gli italiani che seguono uno stile alimentare prevalentemente biologico, e 9,6 milioni quelli intenzionati ad aumentare l’acquisto di prodotti biologici in futuro.
Il maggior interesse verso questi alimenti si riflette anche nell’incremento significativo del mercato interno italiano, trainato dalla crescita dei consumi domestici di prodotti biologici.
Secondo quanto rilevato da NielsenIQ, dopo un 2023 che ha visto il biologico raggiungere quota 2,3 miliardi di giro d’affari, anche i primi sette mesi del 2024 hanno mostrato segnali di crescita, con gli acquisti di prodotti biologici nella distribuzione moderna che hanno raggiunto 1,2 miliardi di euro, crescendo del +3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Anche i volumi sono tornati a crescere (+3% nei primi sette mesi del 2024), risollevandosi dalla leggera flessione dell’anno passato. Dopo gli specialisti drug, è il discount il canale a mostrare la performance migliore di vendite bio, seguito da super e ipermercati.
Italia campione del Bio
È grazie alla crescita significativa di superfici agricole, operatori ed export che l’Italia ha consolidato la sua leadership globale nel settore biologico. Con oltre 2,3 milioni di ettari destinati all’agricoltura biologica, pari al 19% del totale delle superfici agricole, il Paese supera di gran lunga la media europea del 12% e si avvicina all’obiettivo del 25% fissato dalla Strategia Farm to Fork per il 2030.
Questo primato è ulteriormente consolidato dal numero elevato di produttori biologici, che pone l’Italia ai vertici internazionali del settore, e dalla crescita dell’export, che nel 2023 ha segnato un aumento dell’8%.
Il ritorno al biologico riflette una rinnovata consapevolezza riguardo a fattori fondamentali come la salute personale, il benessere animale e l’impatto ambientale delle scelte alimentari.
In un simile contesto, non stupisce la crescente tendenza mostrata dagli italiani a ridurre il consumo di carne, un fenomeno che, un tempo confinato a una ristretta cerchia di consumatori particolarmente attenti alla dieta, coinvolge oggi un numero sempre maggiore di individui.
Dall’indagine Nomisma: “Il settore biologico mantiene un ruolo chiave nella filiera agroalimentare con un mercato interno, consumi interni e fuori casa, sfiora i 5,4 miliardi di euro. Export di prodotti biologici Made in Italy raggiunge i 3,6 miliardi”
Recenti dati provenienti dallo Smart Protein survey, finanziato dall’Unione Europea, evidenziano un cambiamento sostanziale nei comportamenti alimentari: nel 2023, oltre la metà della popolazione europea ha dichiarato di aver diminuito il consumo di carne, con l’Italia che emerge come uno dei leader in questa evoluzione, posizionandosi al pari di Germania e Francia.
E non sembra trattarsi di un trend transitorio. Secondo l’indagine “Idee di futuro” realizzata dall’Ufficio Studi Coop in collaborazione con Nomisma, per più di un connazionale su cinque il consumo ridotto o assente di carne è diventato un elemento centrale della propria identità alimentare.
Oltre che ad ambizioni salutistiche, il fenomeno è strettamente connesso alla crescente preoccupazione per l’ambiente e la crisi climatica. Sono 14 milioni gli italiani disposti a ridurre il consumo di carne come misura per contribuire alla diminuzione dell’inquinamento, ed in tal senso i più motivati sono i giovani.
Le implicazioni di queste scelte sono destinate ad influenzare profondamente l’intero settore alimentare, orientandolo a rispondere alle crescenti pressioni ambientali e alle esigenze di sostenibilità dettate da consumatori sempre più informati e consapevoli.
Italiani sempre più attenti a scelte alimentari sostenibili
Nel 2023 a cambiare è lo scenario inflattivo, con una dinamica in progressivo rallentamento: nel corso del 2023 la crescita dei prezzi è stata pari al 5,7%, in calo rispetto all’8,1% del 2022 ma con impatti ancora rilevanti sulle famiglie italiane (l’aggravio di costo per una famiglia con due figli è stato di almeno 1.600 euro, di cui oltre 700 euro afferenti alla componente alimentare).
Situazione che, nonostante il rallentamento nella crescita dei prezzi, ha spinto gli italiani ad adottare strategie di salvaguardia del potere di acquisto. In questo contesto, circa 9 italiani su 10 hanno messo in atto strategie per gestire la spesa alimentare: nello specifico, il 71% ha rinunciato all’acquisto di prodotti superflui, il 64% ha effettuato la spesa guardando in primis alle promozioni mentre più di 6 italiani su 10 hanno acquistato prodotti a marchio del distributore.
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Nonostante questo quadro non favorevole, che ha caratterizzato l’anno appena concluso, per il 2024 sembrano migliorare le intenzioni di spesa degli italiani sui consumi alimentari domestici: la percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16% del totale) supera infatti quella di quanti intendono ridurre i consumi (12%), con una tendenza in miglioramento considerando che la stessa differenza era di -1 punto percentuale nel monitoraggio realizzato ad agosto 2023.
Non solo si torna a rimpinguare il carrello della spesa ma la tavola degli italiani nel 2024 non solo deve essere conveniente ma deve anche garantire alcuni requisiti fondamentali: essere salutare, tradizionale, a basso impatto ambientale, semplice, essenziale.
Segnale ulteriore che sia in atto una inversione di tendenza nel carrello della spesa degli italiani è dato dal fatto che l’ortofrutta, dopo le rinunce registrate nel periodo estivo, è ora tra i prodotti con maggiore incremento nelle vendite.
Dimensioni del mercato del Bio in Italia
L’Italia, con oltre 2 milioni di ettari, è leader del settore biologico: vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale, il 19% contro l’11% della Germania e della Spagna, e il 10% della Francia e detiene il primato in UE per numero di produttori biologici.
Nel 2023 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno raggiunto quasi i 5,4 miliardi di euro. A trainare la crescita del mercato sono stati i consumi fuori casa con una crescita del +18% rispetto al 2021 e un valore di quasi 1.3 miliardi di euro. Dopo la leggera inclinazione dello scorso anno, i consumi domestici hanno registrato una crescita positiva del 5%.
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In confronto al 2022, le vendite della rete dei negozi specializzati ha iniziato a crescere di nuovo, aumentando le vendite del 4,5% mentre la Distribuzione Moderna è cresciute in valore del 5%. Gli altri canali sono invece cresciuti del 6%: vendita diretta realizzata in mercatini e aziende, gruppi di acquisto solidale, farmacie, parafarmacie ed erboristerie.
Il ruolo della distribuzione moderna nel mercato italiano
La distribuzione moderna si conferma il canale di riferimenti degli acquisti per il consumatore italiano: nel 2023 gli acquisti bio nella distribuzione moderna si attestano a 2,1 miliardi di euro. Fonte Nielsen IQ.
La distribuzione moderna rimane il canale di acquisto di riferimento per il biologico degli italiani sia in termini di ruolo rispetto agli altri canali di acquisto (con un peso pari al 58% del totale delle vendite legate ai consumi domestici degli italiani), sia in termini di scelta di prodotto (la Marca del Distributore oggi rappresenta il 47,5% delle vendite a valore veicolate della distribuzione moderna).
All’interno del Grocery Retail, nel 2023, il canale Ipermercati + Supermercati ha rappresentato circa 1,5 miliardi di euro di vendite di prodotti biologici, con una dimensione in crescita rispetto al 2022. Fonte Nielsen IQ.
Esaminando i prodotti bio maggiormente venduti troviamo le uova (+9.7%), le gallette (+4.4%) e le confetture e spalmabili a base di frutta (+6.2%). Tra gli altri prodotti che hanno registrato una crescita delle vendite a valore vi è la frutta conservata che registra +33,6% e le banane con + 25,5%.
Export e Bio a livello internazionale
La performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio che raggiunge i 3,6 miliardi di euro nel 2023, segnando una crescita del +8%.
La gran parte delle esportazioni bio (81% del totale) riguarda i prodotti agroalimentari mentre il vino pesa per il restante 19%, una quota maggiore di quanto si registra considerando l’export agroalimentare italiano in generale.
Sono questi i dati che emergono dall’analisi condotta nell’ambito di ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.
Valori del Bio e ruolo della consapevolezza del consumatore
Il monitoraggio condotto da Nomisma evidenzia chiaramente alcune aree di lavoro fondamentali per la categoria, coerentemente con gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 – con particolare riferimento al Goal 12.8 che ambisce entro il 2030, ad abilitare tutte le persone, in ogni parte del mondo, ad accedere ad informazioni rilevanti e ad acquisire giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura.
In questa logica la richiesta di conoscenza del consumatore arriva direttamente dal consumatore: il 28% ritiene di non avere informazioni sufficienti per valutare le caratteristiche del prodotto bio e un ulteriore 57%, nonostante abbia una buona consapevolezza di prodotto, vorrebbe comunque avere maggiori informazioni.
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La necessità di maggiori informazioni sulle caratteristiche dei prodotti bio e le garanzie sottese alla certificazione riguardano molti aspetti.
Innanzitutto, il consumatore richiede di entrare nel merito della comprensione delle differenze esistenti tra il prodotto bio e quello convenzionale (per l’85% degli intervistati), del profilo di sostenibilità collegato al metodo di produzione biologica (72%), dei vantaggi concreti del metodo bio per l’ambiente (75%).
A questo riguardo, la maggioranza dei consumatori che hanno avuto modo di partecipare ad iniziative sul punto vendita ha ritenuto le attività informative e di comunicazione sono state utili ad approfondire le caratteristiche e le garanzie offerte dal marchio biologico.
In particolare, il 98% degli italiani ha trovato utile l’iniziativa per comprendere meglio le differenze tra prodotti biologici e convenzionali, mentre l’88% ha avuto modo di comprendere le garanzie offerte dal marchio.