Negli ultimi 30 anni i salari in Italia sono diminuiti mentre in Germania, Francia e Spagna sono cresciuti. A stabilirlo è un report della Fondazione Di Vittorio della Cgil secondo cui, a prezzi costanti, tra il 1991 e il 2023 si calo di 1.089 euro sui salari italiani mentre in Germania, Francia e Spagna il trend è stato perfettamente inverso e, rispettivamente +10.584 euro dei tedeschi, i +9.681 euro dei francesi e i +2.569 euro degli spagnoli.
Una vera e proprio “ emergenza salariale” come l’ha definita il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e che sarà al centro dello dello sciopero del 29 novembre. Landini ha anche sottolineato che “ci sono quasi 6 milioni di lavoratori nel nostro Paese che non superano 11mila euro l’anno”.
“Il quadro è al centro dell’azione sindacale. L’aumento dei salari è la condizione per affermare anche un nuovo modello di fare impresa e un nuovo modello economico e sociale. Rimettere al centro il lavoro e le persone significa rimettere al centro le loro condizioni”, afferma sostenendo che invece “i provvedimenti del governo vanno in direzione opposta. Continuare così significa portare a sbattere il Paese”.
Necessario “per tutti di avere rinnovi con una reale difesa e possibilmente un aumento del potere d’acquisto dei salari”.