Google attacca il Dipartimento di Giustizia Usa per aver chiesto al giudice Amit Mehta la vendita del suo browser Chrome, la condivisione dei dati e dei risultati di ricerca con i concorrenti e l’adozione di una serie di altre misure per porre fine al suo monopolio nella ricerca.
«Continua a portare avanti un’agenda radicale che van ben oltre le questioni legali di questo caso. Il fatto che il governo provi a esercitare la sua influenza in questo modo danneggerebbe i consumatori, gli sviluppatori e la leadership tecnologica americana proprio nel momento in cui ne ha più bisogno», ha detto Lee-Ann Mulholland, vice president Google.
Alphabet a picco in a Wall Street, il titolo della casa madre di Google crolla del 5,93% sul Nasdaq (a 166 dollari) dopo che il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha chiesto a un tribunale di ordinare separazione e vendita di Chrome, il navigatore Internet di Google, ed eventualmente anche del sistema operativo per dispositivi mobili e smartphone Android.
Di fatto uno spezzatino del gigante Internet, che secondo la giustizia americana avrebbe creato un monopolio illegale nelle ricerche online a colpi di miliardi di dollari, utilizzati per stringere accordi con società di telecomunicazioni, sviluppatori di software e produttori di dispositivi, tra cui Apple.
Al tribunale viene richiesto anche di imporre restrizioni su come Google allestisca i modelli sull’intelligenza artificiale. Secondo il Dipartimento di giustizia le pratiche seguite da Google impedirebbero una concorrenza paritetica nei settori in cui opera e i rimedi – scrivono i procuratori al tribunale, secondo quanto riporta il Finacial Times – devono togliere a Google questi vantaggi.