Il caso di Elon Musk, l’uomo che può vantare il più grande patrimonio economico al mondo ed ora anche leve di comando ai vertici politici della prima potenza globale, potrebbe rivelarsi un boomerang per Donald Trump. Indubbiamente il carattere e i futuri ruoli di entrambi saranno al centro dell’attenzione degli osservatori della scena politica internazionale soprattutto dopo il primo esempio di dichiarazioni che lo stesso Musk non ha esitato a fare riguardo la gestione della questione migranti in Italia. Una nazione con la quale Musk ha da sempre avuto buoni rapporti e verso la quale non ha risparmiato di esprimere le sue considerazioni. Una nazione in cui, vale la pena sottolinearlo, sembrerebbe essere intenzionato a investire. A cominciare da Starlink e l’internet satellitare. Incrociando due fattori interessanti come il Pnrr (entro il 2026 si prevede la connessione a 1 Giga per 7 milioni di utenti in zone difficilmente raggiungibili a causa della conformazione morfologica del territorio italiano e per cui sarebbe utile sfruttare i satelliti) e gli investimenti per la transizione tecnologica si scopre che il governo italiano ha investito investito 7 miliardi di euro proprio sul settore spaziale.
Al centro dei futuri sviluppi ci saranno, infatti, una rete satellitare di emergenza in caso di emergenze. Il tutto entro il 2026 appunto.
Considerando, poi, la necessaria rivoluzione digitale di cui l’Italia sembra avere bisogno, non è da escludere che i rapporti tra la premier italiana Giorgia Meloni e il patron di Tesla, possano portare la stessa Starlink ad essere inclusa dal governo nel piano “Italia 1 Giga”. Sempre sperando che Starlink riesca nel frattempo a superare il deficit di non riuscire a raggiungere la potenza di 1 Giga, il che creerebbe più di un problema al governo italiano per lo sfruttamento dei fondi Pnrr.
Il capitolo riguardante le comunicazioni satellitari, sia di tipo civile che militare caratterizza una collaborazione che per molti è troppo stretta, soprattutto se si pensa che Musk, sebbene attualmente in pista per avere incarichi ufficiali nel prossimo governo Trump, è pur sempre un imprenditore privato di un’azienda che fa capo ad un’altra nazione. Un’azienda che andrebbe a condividere strategie e infrastrutture estremamente sensibili come, appunto, quelle destinate alla comunicazione e all’ingegneristica militare e che, attualmente, mancano di un’infrastruttura europea. Un problema che nasce anche dalla tempistica: creare adesso questa infrastruttura significherebbe dover attendere almeno 15 anni. Il tutto senza contare anche i costi.
Un risiko, quello della connessione internet da satelliti a bassa orbita, che non riguarda solo l’Italia, sebbene Roma debba lamentare enormi falle nella rete a banda larga. Il Brasile nel 2022 con l’allora presidente Jair Bolsonaro aveva stretto a sua volta un accordo con Starlink per portare la connessione nel nuovo Comando Militare dello Stato dell’Amazzonia, zona priva di copertura della Rete. Le cose sono cambiate con il ritorno al governo di Lula, un ritorno che ha segnato anche i vari problemi giuridici con X accusato di diffusione di fake news. Il tutto proprio mentre lo stesso Lula ha preferito stringere accordi con il suo collega cinese Xi Jinping tramite l’azienda cinese SpaceSail, concorrente di Starlink e che, grazie al suo sistema satellitare LEO, è diventato anche partner per la Difesa spaziale.