Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha presentato a Bruxelles un non-paper per il settore automotive, redatto con Germania, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e altri Paesi per anticipare al 2025, invece che al 2026, la revisione del regolamento europeo sullo stop ai motori a combustione.
Il piano prevede interventi immediati sui target di riduzione delle emissioni di CO2, come il taglio del 15% nel 2025, per evitare sanzioni fino a EUR15,00 miliardi che potrebbero colpire le case automobilistiche non conformi.
Urso ha evidenziato i rischi di chiusure di giga-factory e licenziamenti di massa, trovando un’ampia convergenza con Germania e Francia, che hanno già espresso sostegno attraverso le loro associazioni confindustriali.
«E’ chiaro a tutti – ha sottolineato – che non si può perdere tempo, di fronte alla realtà che incombe: con l’annuncio ogni giorno di progetti che vengono sospesi o annullati sul percorso dell’elettrico, e mi riferisco alle ‘Giga Factory’ nel nostro continente; con l’annuncio di diverse case automobilistiche europee di chiusura di stabilimenti e di licenziamenti di decine di migliaia di operai; e con le conseguenze ancor più drammatiche nella filiera dell’automotive che riguarda anche e soprattutto il nostro paese. Notiamo come i sistemi industriale di questi paesi, con le confindustrie di Francia e Germania, insieme alla Confindustria italiana, venerdì scorso, nella loro trilaterale a Parigi, hanno approvato un documento unitario conclusivo nel quale si trova esattamente quello che noi chiediamo alle istituzioni europee. E questo sia per quanto riguarda il settore delle auto, per rendere sostenibile e raggiungibile l’obiettivo, che confermiamo, sempre più sfidante e ambizioso nel 2035; sia per quanto riguarda le industrie energivore, per cui ci apprestiamo a presentare un altro documento su, cui stiamo lavorando con altri paesi Ue, per rivedere i meccanismi del Cbam (‘Carbon Border Adjustment Mechanism’). Il Cbam introdurrà dei ‘dazi climatici’ all’importazione nell’Ue di energia e altri prodotti delle industrie energivore come cemento, chimica e fertilizzanti, da paesi che non hanno sistemi equivalenti all’Ets, la “borsa” europea dei permessi di emissione. Questi meccanismi, così come sono stati definiti, sono chiaramente inadeguati per sostenere la competitività delle industrie energivore europee, a cominciare dalla siderurgia e dalla chimica, che sono fondamentali per l’industria dell’Ue».
La richiesta principale è che sia sostenibile questa transizione energetica che riguarda queste industrie particolarmente energivore. E noi chiediamo la revisione di del Cbam, dato che ormai è chiaro a tutti che i suoi meccanismi, così come dovrebbero scattare dal 2026 in poi, non sono tali da rendere adeguata la sostenibilità del sistema siderurgico e degli altri sistemi delle industrie energivore. E si chiede un sostegno agli esportatori, per rendere competitivo sui mercati globali il prodotto realizzato in Europa, rispetto ai prodotti realizzati in altri continenti che non rispettano le regole che noi ci siamo dati.
Ursula von der Leyen ha annunciato un dialogo strategico sull’automotive, indicando che il tema sarà centrale nei primi 100 giorni del nuovo esecutivo UE.