I parlamentari francesi hanno votato la sfiducia nei confronti del fragile governo di minoranza del primo ministro Michel Barnier che è durato meno di tre mesi. Con 331 voti su 574,i deputati hanno deciso appoggiare le due mozioni di sfiducia
Intanto la France Insoumise chiede le dimissioni del presidente della Repubblica Emmanuel Macron che domani alle 20 parlerà alla nazione. Ora l’urgenza per Macron è quella di trovare un nome che metta d’accordo i tre blocchi contrapposti che si sono delineati nelle ultime elezioni (sinistre, centristi, destre radicali), elezioni che portarono alla nomina di Barnier dopo circa 50 giorni di consultazioni. Una zavorra che investe anche l’euro in fase di debolezza a causa delle turbolenze politiche che si stanno verificando anche in Germania.
In caso di censura (sono due le mozioni presentate), la Costituzione francese prevede che spetti al capo dello Stato nominare un nuovo primo ministro dal momento che l’Assemblea non può essere sciolta prima di 12 mesi dallo scioglimento precedente. Secondo fonti di stampa il presidente ha cominciato le consultazioni da Ryad dove si trovava in visita. Una celerità che trova spiegazione nella volontà di “non apparire senza un governo davanti a Trump, che sarà a Parigi nel weekend per la riapertura di Notre-Dame”.
“Siamo al momento della verità” e della “responsabilità” queste le parole del primo ministro Michel Barnier nel discorso che ha preceduto il voto in Parlamento. “Due giorni fa ho ritenuto responsabile il mio governo. Ho preso questa decisione dopo aver dimostrato ascolto, rispetto e dialogo, che hanno portato il governo a migliorare ogni giorno il suo testo su diversi punti importanti” ha aggiunto Barnier.
Una sfiducia che trova conferma anche tra gli economisti i quali da tempo hanno lanciato l’allarme: la mancanza di un nuovo bilancio per il 2025, oltre ad aver fatto aumentare il deficit del Paese, avrebbe anche stimolato rendimenti obbligazionari più elevati scoraggiando gli investitori internazionali. Guardando alla sola situazione francese, le sirene suonano anche a causa dei timori per una possibile situazione di stallo che peggiorerebbe il quadro economico.
Resta aperta la questione riguardante la legge di bilancio per il 2025 volta a ridurre il pesante deficit francese.
La seduta dell’Assemblea nazionale che di fatto ha sancito la fine dell’esecutivo lampo di Barnier è iniziata alle 17 ed è stata caratterizzata da forti tensioni. Tra gli interventi quello di Marine Le Pen che ha dichiarato “Eccoci al momento della verità, che mette fine ad un governo effimero”. “E’ nei suoi ranghi – ha detto la Le Pen – che l’intransigenza, il settarismo e il dogmatismo hanno proibito al primo ministro ogni minima concessione che avrebbe evitato questa conclusione”. Marine Le Pen ha aggiunto: “Non è con la gioia nel cuore” che “appoggeremo” la mozione di sfiducia presentata dal Nuovo Fronte Popolare. “Ma le istituzioni ci costringono a mescolare le nostre voci con quelle dell’estrema sinistra“
La Destra Repubblicana e per lei Laurent Wauquiez ha risposto “Vi state preparando a votare insieme per far cadere un governo. Ci sono solo due scelte possibili gli interessi del Paese o gli interessi dei partiti, la scelta della responsabilità o la scelta del caos, la scelta di una soluzione o la scelta del disordine’”. E rivolgendosi a Le Pen: “I francesi giudicheranno severamente la scelta che state per fare”, ha concluso. “Il capo dell’Eliseo può essere l’unico responsabile dello scioglimento, ma lei e la France insoumise sarete responsabili della censura che farà precipitare il Paese nell’instabilità”.