Quasi un terzo degli italiani butta il cibo dopo la data di scadenza. In questo caso i più saggi sono i Millennials che agiscono in maniera negativa solo nel 21% dei casi, a differenza dei rappresentanti della GenZ che per il 42% delle volte fa la scelta sbagliata e getta il cibo senza controllare. Infatti le date di scadenza sono relative. In realtà si tratta di valutare il termine minimo di conservazione che equivale al “da consumarsi preferibilmente entro”. A dare una mano sono i sensi (vista, olfatto e gusto in primis) usati dal 67% dei millennials per giudicare la qualità del cibo.
Un comportamento che è stato evidenziato in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (Serr) (16-24 novembre). A renderlo noto è Too Good To Go. La conferma, però, arriva anche dai dati Eurostat secondo cui lo spreco alimentare nasce in casa (54%) a causa di una interpretazione errata delle modalità di scadenza. Per questo motivo è da ricordare che la dicitura “da consumare entro” consiglia di non consumare il prodotto oltre la data indicata mentre la dicitura “da consumare preferibilmente entro” si riferisce ala qualità del prodotto che risulta migliore nel periodo precedente a quello indicato dalla scadenza.