Si può affermare che è stato un anno difficile per il mercato dei vini pregiati, che ormai da tempo registrano una crisi.
Come ogni anno la piattaforma di trading dedicata all’enologia Liv-ex ha stilato la Power 100, la classifica dei 100 vini più cari e pregiati al mondo.
La lista riflette gli scambi sul mercato globale nell’arco di 12 mesi e tiene conto di una serie di criteri come la performance dei prezzi, il prezzo medio, il valore e il volume scambiato proprio su Liv-ex.
Al primo posto c’è la cantina Vega Sicilia (Spagna) seguita da Gaja (Italia, Langhe) e dalla toscana Tenuta San Guido. Scende invece il terzetto francese Bordeaux-Borgogna-Champagne
Nel 2022, solo 27 dei 422 marchi che si sono qualificati per essere considerati nella Power 100 hanno segnato una performance di prezzo negativa. Nel 2023 il numero è salito a 216 dei 413 marchi selezionati (pari al 52,3%). Quest’anno i marchi che hanno segnato un calo del proprio valore sono stati addirittura la maggioranza: 343 su 410 (83,7%).
Al contrario, nell’edizione 2024 solo 11 marchi hanno registrato un aumento del loro prezzo di mercato negli ultimi 12 mesi.
L’Italia però resiste, ed è considerata da Liv-ex la nazione che ha guadagnato di più nella Power 100 del 2024. Occupa 22 posizioni – nove in più rispetto all’anno scorso – e sta superando la Borgogna e Bordeaux.
La regione che ha segnato maggiori guadagni è stata la Toscana, e in particolare il Brunello (o il Brunello declassificato nel caso di Soldera Case Basse).
Per quando riguarda i primi classificati, si può notare la scalata del marchio Gaja: 38esimo nel 2022, settimo nel 2023 e secondo nel 2024. Anche San Guido ha scalato diverse posizioni in poco tempo: 54.
Sul gradino più alto del podio c’è la Spagna, per la prima volta, con Vega Sicilia, che guadagna 55 posizioni.
La cantina è stata fondata nel 1864 da Eloy Lecanda e al momento è diretta dalla famiglia Alvarez. Il successo è dovuto soprattutto a Unico, che rispetto al 2023 ha aumentato i numeri di scambio del 193%, il volume (sempre degli scambi) del 324% e valore del 310%.
Meno roseo il quadro per Bordeaux, Borgogna e Champagne. Bordeaux non è considerabile come la scommessa più sicura, in particolare per le annate recenti che hanno fatto crollare i prezzi di vendita su quasi tutta la linea. Sono scesi in media del 18,1%.
Rispetto all’anno scorso, i marchi di Bordeaux presenti nella Power 100 sono cinque in meno. La Borgogna continua a essere la regione meglio rappresentata, ma conta comunque sette marchi in meno rispetto all’anno scorso.
Non bene neanche lo Champagne, che scende del 10,6% nell’ultimo anno: anche la sua quota di commercio è scesa dal 14,4% dell’anno scorso all’11,4% di quest’anno. Esce dalla Power 100 Jacques Selosse, mentre Egly-Ouriet rimane l’unico Champagne Grower nella lista.