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Analisi dei mercati, si ricomincia. Commento di ActivTrades

Maria Lucia Panucci
2 Gennaio 2025
Analisi dei mercati, si ricomincia. Commento di ActivTrades
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Ecco com’è andato il 2024. Analisi di Saverio Berlinzani

«Il 2024 si è rivelato un anno eccezionale per i mercati azionari statunitensi, grazie a una combinazione di fattori macroeconomici, tecnologici e politici che hanno alimentato un solido rally. L’S&P 500 ha prodotto un eccellente +24%, grazie in particolare al contributo significativo del settore tecnologico e dell’energia». Questo il commento di Saverio Berlinzani, analista presso ActivTrades.

Il Nasdaq ha realizzato un +30%, addestrato soprattutto dal settore dell’intelligenza artificiale e dalla forza delle megacap, mentre il Dow Jones ha chiuso con un +13%, ovvero una performance più moderata, in ragione di un’esposizione minore ai titoli tecnologici.

«I mercati azionari europei si sono rivelati misti, con alcuni indici che hanno sovraperformato mentre altri hanno chiuso in rosso su base annua. Lo STOXX 600, ovvero l’indice paneuropeo, ha segnato un calo del 3% su base trimestrale, il peggior risultato degli ultimi due anni. Questo dato riflette evidentemente le crescenti preoccupazioni economiche e l’incertezza sui mercati globali», ha continuato l’analista.

Il CAC 40 è sceso del 2,1% nel 2024, risentendo delle difficoltà in settori strategici come quello automobilistico e alimentare. Il DAX, nonostante il clima generale di incertezza e sfiducia dell’economia tedesca, ha sovraperformato con un guadagno annuo del 19%, grazie soprattutto ai settori tecnologico e industriale.

Il FTSE 100 ha chiuso in positivo per il quarto anno consecutivo, registrando una crescita del 5% nell’anno appena concluso. Il risultato è stato favorito dalla stabilità dei titoli blue-chip e dalla resilienza del settore finanziario.

Dollaro, ancora rialzi?

«L’indice del dollaro è salito sopra quota 108 martedì, vicino ai massimi degli ultimi due anni, mentre nel 2024 è salito di oltre il 6,5%, segnando la sua performance annuale migliore dal 2015. Questo rally è stato guidato dalla rielezione del presidente eletto Trump a novembre e dal cambiamento di atteggiamento da parte della Federal Reserve, che da accomodante che era a metà anno, è tornata ad essere restrittiva sul taglio del costo del denaro – continua l’esperto. – La banca centrale USA, infatti, ha ridotto la sua previsione di taglio dei tassi per il 2025 a 50 punti base a causa dell’acquisto persistente e di un forte mercato del lavoro. Le aspettative di politiche pro-crescita e inflazionistiche sotto Trump, come tagli fiscali e aumento tariffari, hanno ulteriormente sostenuto il dollaro. Contro l’euro, la divisa americana sta forzando la mano con il supporto di EUR/USD di 1.0330 vicino alla rottura. Anche il cable si avvicina al supporto chiave di 1.2480, mentre il CHF rimane stabile a 0.9400 contro l’euro, ma contro il dollaro si indebolisce con possibili obiettivi a 0.9200. Rimane vicino a 1.4400 l’USD/CAD, incapace di rafforzarsi, mentre l’USD/JPY è tornato sopra quota 157.00. La BoJ per ora è totalmente assente. Infine, le oceaniche si avvicinano ai supporti di medio e lungo termine, che sono anche eccessi importanti visti tempo fa».

Petrolio, range commerciale ancora?

«I future sul petrolio greggio WTI sono saliti sopra i 71 dollari al barile martedì, salendo per la terza sessione consecutiva in mezzo a bassa volatilità e scarso interesse, dopo che nuovi dati hanno rivelato che l’attività manifatturiera cinese è cresciuta a dicembre – spiega l’analista. – La produzione manifatturiera del gigante asiatico è cresciuta per il terzo mese consecutivo, sebbene a un ritmo più lento, suggerendo che nuovi stimoli stanno supportando l’economia del più grande importatore di petrolio greggio al mondo. Gli operatori restano in attesa dei dati del sondaggio sulle aziende statunitensi per ulteriori approfondimenti sulle prospettive della domanda. Nel frattempo, va ricordato che il petrolio ha perso circa lo 0,5% nel 2024, dopo mesi di trading range in un intervallo di negoziazione ristretto».

Il mercato si sta ora preparando per un anno potenzialmente turbolento, con preoccupazioni per un eccesso di offerta, rischi geopolitici e il potenziale impatto dell’amministrazione Trump in arrivo sulla politica petrolifera, tutti fattori che suggeriscono cautela e prudenza.

FOTO: SHUTTERSTOCK
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