L’euro è la moneta ufficiale adottata dai 19 Stati che attualmente fanno parte dell’Unione Economica e Monetaria Europea (UEM), cioè Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Spagna: l’insieme di queste Nazioni viene frequentemente definito Eurozona.
Oltre ai membri dell’Unione, anche altri Stati (la Città del Vaticano, il Principato di Monaco, San Marino) hanno adottato l’euro sulla base di specifici accordi o in maniera unilaterale (come Andorra).
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La Danimarca, pur facendo parte dell’Unione Europea, dispone di una clausola di non partecipazione all’euro (opt-out).
Il Regno Unito disponeva di una clausola simile prima della Brexit che ne ha sancito l’uscita dall’Ue. Non fa parte dell’Eurozona neanche la Svezia che impiega la propria corona.
Introdotto inizialmente sui soli mercati finanziari nel 1999, l’euro ha iniziato a circolare effettivamente nei dodici Paesi dell’Unione solo il 1° gennaio 2002. Nel tempo si sono uniti all’Eurozona gli altri Paesi.
Storia dell’euro: dal Rapporto Delors all’unione monetaria
L’euro affonda le sue radici nel giugno 1988 quando il Consiglio europeo assegnò ad un Comitato composto dai governatori delle banche centrali nazionali della Comunità europea e presieduto da Jacques Delors, il compito di elaborare un progetto per la progressiva realizzazione dell’Unione economica e monetaria. Il cosiddetto Rapporto Delors, frutto di quei lavori, proponeva l’attuazione dell’Unione economica e monetaria (UEM) in tre fasi.

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Nella prima fase si prevedeva, a partire dal 1° luglio 1990, la liberalizzazione dei flussi di capitale tra gli Stati membri attraverso l’abolizione di ogni restrizione alla loro libera circolazione.
Il Trattato di Maastricht
Con il Trattato sull’Unione Europea, noto anche come Trattato di Maastricht, nel 1992 vennero poi stabilite alcune disposizioni per la creazione dell’Unione economica e monetaria. Gli Stati membri avrebbero potuto adottare la nuova valuta solo se avessero soddisfatto alcuni criteri, tra i quali, come noto, quelli di un deficit pari o inferiore al 3% del Pil e di un rapporto debito/Pil inferiore al 60 per cento.
La seconda fase, successiva al Trattato di Maastricht, prevedeva la creazione dell’Istituto monetario europeo (IME) attraverso il quale si sarebbe dovuta rafforzare la cooperazione tra le banche centrali e coordinare le politiche monetarie, creando così le basi per l’istituzione del Sistema europeo di banche centrali (SEBC), per la conduzione di una politica monetaria unica e per l’introduzione di una moneta unica. Il 1° giugno 1988 venne così istituita la Banca Centrale Europea (BCE).

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Nella terza fase, una volta fissati irrevocabilmente i tassi di cambio delle valute dei primi 11 Stati membri partecipanti all’Unione monetaria (ai quali si aggiunse la Grecia il 1° gennaio 2001), si realizzò il progressivo passaggio alla moneta unica.
L’euro in circolazione
A partire dal 1° gennaio 1999 iniziò un periodo transitorio in cui l’euro, pur non essendo ancora in circolazione, poteva essere utilizzato come moneta scritturale.
Dal 1° gennaio 2002 la moneta unica è entrata effettivamente in circolazione, affiancando le monete nazionali fino al 28 febbraio. Dal 1° marzo le monete nazionali sono state poi definitivamente sostituite dall’euro.
Le monete
Le monete metalliche in circolazione sono da 1,2,5,10,20 e 50 centesimi e da 1 e 2 euro. Su una delle due facce di ogni moneta è riprodotta un’immagine comune a tutti i Paesi che adottano l’euro, mentre sull’altra vi è raffigurato un simbolo collegato all’identità di ciascun Paese, disegnato da un artista nazionale.
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Le banconote
Le banconote in circolazione sono invece disponibili in sei taglie (5, 10, 20, 50, 100 e 200 euro).
Ogni taglio è caratterizzato da colore e dimensioni diverse. Sul retro di ogni banconota è raffigurato un ponte che simboleggia la collaborazione e il dialogo fra l’Europa e il resto del mondo. Oggi ogni banca centrale dell’Unione Monetaria Europea stampa uno o due tagli di banconote.
Nome “euro”: origine e significato
Adottato dal Consiglio europeo di Madrid nel 1995 per rimpiazzare la sigla ECU (European Currency Unit), il nome euro rappresenta le lettere iniziali della parola Europa. Il suo simbolo € ricorda anche la epsilon della Grecia, culla della civiltà europea.
Il codice ISO 4217[1] per l’euro è EUR: L’ ISO 4217 è uno standard internazionale, stabilito dall’Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni ISO, che utilizza codici di tre lettere per definire i nomi delle valute.

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Le prime due lettere del codice corrispondono al codice nazionale (definito dall’ISO 3166-1 alpha-2). Questo sistema di codificazione elimina il problema causato da nomi come Dollaro, Franco e Sterlina utilizzati in dozzine di nazioni diverse, ma con valori differenti.
Il nome “Euro” è stato scelto dal Consiglio europeo di Madrid del 1995. Il simbolo dell’euro (€) si ispira alla lettera greca epsilon (Є) e rappresenta inoltre la prima lettera della parola “Europa”, mentre le due barrette parallele stanno a significare stabilità. Il codice Iso dell’euro è EUR, utilizzato per riferirsi a importi in Euro senza utilizzare il simbolo.
Dove vengono coniati e stampati
Gli euro vengono fisicamente coniati e stampati dalle zecche nazionali e le rispettive banche centrali si occupano della loro messa in circolazione. Le caratteristiche di monete e banconote sono fissate dal Consiglio Europeo.
La Banca Centrale Europea approva volume e valore delle monete emesse ogni anno.
In vista del primo lancio dell’euro furono prodotti 52 miliardi di euro in monete metalliche impiegando 250 mila tonnellate di metallo.

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Il primo gennaio 2025 l’Euro ha compiuto 23 anni, la moneta unica dell’Ue. Oggi è la valuta ufficiale di 20 dei 27 Paesi membri. Ma all’inizio furono solo 12 gli Stati in cui le banconote iniziarono a girare.
Alcuni Paesi dell’Ue non soddisfano ancora i criteri necessari per aderire alla zona euro, mentre la Danimarca ha deciso di non parteciparvi. La Banca centrale europea e la Commissione europea sono incaricate di mantenerne il valore e la stabilità e di fissare i criteri richiesti ai Paesi dell’Ue per entrare nell’area dell’Euro. Ecco curiosità, caratteristiche e tappe cruciali della moneta.
Dopo decenni di discussioni su come conseguire un’Unione economica e monetaria, che fino ad allora aveva portato soltanto al’ECU, unità di conto europea, nel 1988 fu istituito il comitato Delors.
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Sotto la presidenza di Jacques Delors, allora presidente della Commissione, il comitato esaminò specifiche misure graduali verso l’adozione di una moneta unica. L’accordo che i leader politici firmarono successivamente a Maastricht nel 1992 diede vita alla moneta unica, sulla base della relazione del comitato Delors e dei successivi negoziati.
La firma del trattato di Maastricht è una tappa cruciale del percorso verso l’Euro. Nel 1994 l’Istituto monetario europeo (IME) a Francoforte avviò i lavori preparatori per consentire alla Banca centrale europea (BCE) di assumere la responsabilità della politica monetaria nella zona Euro.
Il primo giugno 1998 la BCE diventò operativa. Il primo gennaio 1999 l’Euro fu introdotto, diventando la moneta ufficiale di 11 Stati membri.
Che fine hanno fatto le vecchie monete nazionali
In alcuni Paesi è ancora possibile scambiare le vecchie banconote e monete nazionali con la moneta unica europea. In Italia, il limite è scaduto nel 2012. In Austria, Estonia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania la possibilità di scambiare la moneta nazionale presso una banca centrale è illimitata.
In Lussemburgo, Slovenia e Slovacchia lo è solo per le banconote. In Spagna il termine è scaduto il 31 dicembre 2020.
L’euro è amministrato dalla Banca Centrale Europea (BCE), l’ente che decide le politiche monetarie dei paesi membri dell’Unione e dall’Eurosystem, l’organo composto dalle Banche Centrali dei paesi dell’Eurozona: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna.
Il ruolo dell’Eurosystem
L’Eurosystem si occupa di attuare le politiche stabilite dalla BCE, garantisce il corretto funzionamento del sistema dei pagamenti nell’Area Euro e partecipa alla stampa, coniazione e distribuzione delle monete in tutti gli stati membri.
Ogni banconota è identificata da un numero di serie composto da 1 lettera e 11 cifre. La prima lettera indica lo stabilimento dove è stata fisicamente prodotta, mentre i numeri successivi indicano la posizione che la banconota aveva nel foglio sul quale è stata stampata.
Curiosità su banconote
I ponti stampati sulle diverse banconote sono strutture architettoniche di fantasia ideate dal designer Robert Kalina.
Rappresentano i ponti che uniscono idealmente tra loro i paesi dell’Unione. La BCE ha scelto di non raffigurare costruzioni reali per non fare favoritismi di alcun tipo e non fomentare alcun tipo di nazionalismo.
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La Bce decide ogni anno la quantità di banconote e monete che deve essere coniata, con l’obiettivo di garantire la corretta circolazione del contante e sostituire quelle eccessivamente usurate. La maggior parte delle banconote viene stampata dalle zecche degli stati membri dell’Unione o da stampatori privati.
Attualmente quelli autorizzati a produrre le banconote sono 17 e alcuni hanno sede in paesi come il Regno Unito e la Danimarca che non hanno mai fatto parte dell’Unione Monetaria.
Le euro banconote sono fatte in carta di puro cotone che le rende particolarmente resistenti all’usura. Una parte della banconota è stampata in rilievo così da permetterne il riconoscimento al tatto.
Sistemi anticontraffazione adottati nella progettazione dell’euro
Gli euro sono considerati tra le valute più difficili da contraffare. Ogni banconota è infatti dotata di diversi sistemi di sicurezza che ne rendono particolarmente costosa e tecnicamente complessa la riproduzione non autorizzata.
Filigrana: ogni banconota ha una filigrana scura che può essere osservata guardandola in controluce.
Striscia e placchetta olografica: le due facce di ogni banconota sono caratterizzate rispettivamente da una striscia e da una placchetta olografica. Muovendo la banconota sotto la luce, è possibile osservare sulla striscia olografica il simbolo dell’euro e il valore nominale.
Striscia iridescente: nella zona centrale delle banconote è presente una Striscia che brilla se la banconota viene inclinata sotto una fonte di luce.