I fondi del Next Generation Eu potrebbero arrivare ad aggiungere fino a 1,9 punti percentuali all’Italia nel periodo compreso fra l’inizio del programma fino al 2026 nel caso di un elevato assorbimento dei fondi, di un conseguente elevato livello della spesa e di una crescita media della produttivita’. Sono le previsioni della Banca centrale europea a 4 anni dal lancio di questo strumento.
Nella stima media, invece, l’impatto sulla crescita del pil sarebbe pari all’1,4 e nel caso peggiore, di basso assorbimento dei fondi e sempre in presenza di una crescita media della produttivita’, l’incremento della crescita derivante dal Pnrr sarebbe limitata allo 0,9%.
La Bce sottolinea che queste previsioni risultano più basse di quanto essa stessa aveva previsto nel corso di un esercizio effettuato a inizio 2022. «Questa revisione al ribasso riflette ampiamente i ritardi nell’attuazione dei Pnrr», afferma lo studio. Ritardi che a loro volta derivano prevalentemente da difficoltà burocratiche e amministrative e dalle ripercussioni dello shock sui prezzi dell’energia, seguito alla guerra tra Russia e Ucraina.