La tipica colazione all’italiana costa sempre di più. La causa sono i rincari sui prezzi al dettaglio di alcuni dei prodotti alimentari di più largo consumo, dal burro al caffè e al cioccolato, che registrano incrementi di costo vicini al 49%. Ecco qual è la situazione.
A riportare tali aumenti è un’indagine realizzata da Assoutenti insieme al Centro di formazione e ricerca sui consumi, basata sui listini al dettaglio di burro, caffè tostato, cioccolato e caffè al banco nelle principali città italiane.
Tra i rincari più evidenti c’è quello dell’espresso al bar, dove ogni anno gli italiani consumano quasi 6 miliardi di tazzine: il prezzo medio raggiunge 1,21 euro, il 18,1% in più rispetto al 2021, e la spesa complessiva ha raggiunto i 7,26 miliardi nel 2024.
Quanto è aumentato il prezzo del caffè al bar
La produzione di caffè ha subito un drastico calo a causa dei danni provocati da prolungati periodi di siccità seguiti da forti piogge anomale nei principali paesi produttori, spingendo i prezzi dell’Arabica e del Robusta sui mercati internazionali ai livelli più alti dagli anni ’70.
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Di conseguenza, i listini al dettaglio del caffè tostato hanno subito forti aumenti nei negozi e supermercati italiani. In particolare, il prezzo medio al chilogrammo è cresciuto del 42,8% negli ultimi tre anni, passando da 8,86 euro nel 2021 a 12,66 euro alla fine del 2024.
I rincari del prezzo dell’espresso continuano a farsi sentire nei bar italiani, con una crescita media del 18,1% rispetto al 2021, portando il costo medio della tazzina a 1,21 euro a fine 2024, come rilevato da Assoutenti e C.r.c. Bolzano si conferma la città più cara per il caffè, con un prezzo medio di 1,38 euro a tazzina, seguita da Trento (1,35 euro) e Pescara (1,34 euro), quest’ultima registrando l’aumento più consistente (+34% rispetto al 2021).
La città più economica, Catanzaro, vede il prezzo dell’espresso a 1 euro, mentre a Roma si attesta a 1,12 euro. Con 6 miliardi di tazzine di espresso vendute ogni anno in Italia, il totale speso dai consumatori ha raggiunto i 7,26 miliardi di euro nel 2024.
Prezzi alle stelle per burro e cioccolato
Un altro prodotto di largo consumo che ha visto aumenti significativi nell’ultimo anno è il burro. Secondo Assoutenti e C.r.c., il rincaro è stato influenzato dalla riduzione della produzione di latte, causata da condizioni climatiche sfavorevoli nei paesi produttori e dalla minore disponibilità di pascoli, a fronte di una domanda in crescita.
A fine 2024, il prezzo medio al dettaglio del burro in Italia ha raggiunto i 13,35 euro al kg, con un incremento del 48,8% rispetto al 2021.
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Gli amanti del cioccolato hanno dovuto fare i conti con un altro rincaro significativo. La crisi internazionale del cacao, aggravata dai danni alle coltivazioni in paesi produttori come Ghana e Costa d’Avorio a causa dei cambiamenti climatici e delle malattie che hanno colpito le piante, ha fatto impennare i prezzi della materia prima nel 2024.
Questo aumento si riflette direttamente sui listini del cioccolato in Italia: il prezzo di una tavoletta da 100 grammi è salito infatti da una media di 1,26 euro nel 2021 a 1,60 euro nel 2024, con un aumento del 26,9%.
Palermo è la città dove il cioccolato costa di più, con una media di 2,08 euro per una tavoletta da 100 gr, seguita da Milano con 1,73 euro. La città più economica è Aosta (1,41 euro), seguita da Trento (1,42 euro), come rilevato da Assoutenti e Centro di formazione e ricerca sui consumi.
Gli aumenti nelle città italiane
Di seguito, ecco i rincari degli alimenti in Italia nel 2024, con il confronto rispetto al 2021. Le cifre si riferiscono, come già detto, a un kg di burro, a un kg di caffè tostato, a una tavoletta di cioccolato da 100 grammi e a un espresso al bar.
Perché è aumentato il prezzo del caffè
La colpa di tali rincari per il caffè è da imputare agli eventi climatici estremi: le coltivazioni in Brasile, Vietnam, Colombia, Costa Rica e Honduras hanno risentito dei danni dovuti all’alternarsi di periodi di siccità e forti piogge anomale, con conseguente crollo delle produzioni.
Così, i prezzi dell’Arabica e del Robusta sui mercati internazionali hanno raggiunto i massimi dagli anni ’70. E, subito a seguire, anche quelli dei nostri negozi e supermercati.
Close up. The small white ceramic mug (cup) with Italian espresso (coffee) on a table with a saucer and a metal spoon in a local Italian bar (coffee shop) in Milan, Lombardy, Italy. Beverage.
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Un chilo di caffè, dunque, oggi vale in media 12,66 euro, mentre nel 2021 ne costava 8,86: l’aumento medio è del 42,8%. Il picco è raggiunto a Trieste (14,34 euro al chilo) mentre Catanzaro è la città dove è più conveniente (10,36 euro/kg).
Il burro
Dal 2021 ad oggi a gravare maggiormente sui portafogli delle famiglie è stato il burro, il cui valore sugli scaffali ha registrato un aumento del 48,8%, toccando i 13,35 euro medi al chilogrammo a fine 2024.
È la conseguenza della riduzione della produzione di latte, determinata sia dalle condizioni climatiche sfavorevoli nei Paesi produttori che da una minore disponibilità di pascoli a fronte di una domanda crescente.
Il cioccolato
Brutte sorprese anche per il peccato di gola per eccellenza, il cioccolato, e i suoi numerosi amanti. Negli ultimi mesi il prodotto ha subìto rincari notevoli a causa della crisi climatica e delle malattie delle piante negli Stati da cui proviene la materia prima, come Ghana e Costa d’Avorio.
La tipica tavoletta da cento grammi è passata da un prezzo medio di 1,26 euro nel 2021 a quello di 1,60 euro dello scorso dicembre, con un rincaro di quasi il 27%.
«La crisi internazionale delle materie prime, tra cambiamenti climatici, problemi logistici, aumento dei costi di produzione, sta impattando in modo diretto sulle tasche dei consumatori italiani, colpendo beni di largo consumo i cui prezzi al dettaglio salgono senza sosta. Questi rincari dei listini che rischiano di modificare profondamente le abitudini delle famiglie, e di spingere i cittadini a rinunciare alla qualità allo scopo di contenere la spesa. Di questo passo l’ipotesi della tazzina a 2 euro nei bar italiani non è più un miraggio, ma una possibilità che giorno dopo giorno si fa sempre più reale», ha commentato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.
Ma per il ministero del Made in Italy guidato da Adolfo Urso l’aumento dei prezzi delle materie prime non è effetto solo dei cambiamenti climatici ma anche del nuovo regolamento Ue sulla deforestazione: «La crisi globale delle materie prime, con aumenti fino al 50% su beni di largo consumo come caffè e cioccolato, ha impatto diretto su quelle nazioni e industrie su cui già grava il peso del nuovo regolamento UE sulla deforestazione, che ha imposto vincoli insostenibili per i Paesi in via di sviluppo, che non possono garantire le certificazioni ambientali previste dalla normativa – si legge in una nota del Mimit – Il risultato è duplice: da un lato – sottolinea il ministero – un aumento spropositato dei costi che pesa su imprese e consumatori europei; dall’altro, una crisi economica potenziale per nazioni produttive come l’Etiopia, incapaci di adeguarsi ai requisiti, con il rischio di collasso per intere economie e per milioni di persone».
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Per il ministero dunque rimandare l’applicazione del nuovo regolamento non basta. È necessario cambiare le politiche europee nel profondo, attraverso la semplificazione e la riduzione degli oneri, applicando un approccio equilibrato e realistico, che sappia coniugare la tutela ambientale con la sostenibilità economica, evitando di aggravare una crisi che colpisce tanto i Paesi meno avanzati quanto i cittadini europei.
Il trend delle colazioni al bar tra amici
Dite addio agli aperitivi alcolici, alle cene e alle serate in discoteca, il trend del momento è organizzare una colazione al bar in compagnia degli amici, una nuova mania che sta spopolando anche tra i più giovani.
Se un tempo prendere caffè e cornetto al bar era un lusso che ci si concedeva al volo solo in casi di estremo ritardo mattutino, ora le cose sono cambiate: fare colazione seduti al tavolino, magari anche in compagnia, è diventato di tendenza, tanto che uscire con gli amici a poche ore dal risveglio viene considerato decisamente più cool rispetto ai classici aperitivi post lavoro e alle cene serali.
La colazione al bar non è solo un’esperienza culinaria con cui si dà il via alla giornata con dolcezza, è anche un momento di socialità e di relax che ci si concede per combattere la frenetica quotidianità, il tutto senza consumare alcolici o cibo spazzatura.
Perché le colazioni fuori piacciono più degli aperitivi
Le colazioni al bar tra amici spopolano soprattutto nei weekend, ovvero quando si ha più tempo da dedicare ai rapporti sociali e al riposo, e naturalmente vengono documentati con degli scatti social realizzati ad hoc.
Uno dei lati che hanno fatto prendere piede a questa nuova tendenza di sostituire gli aperitivi e le cene fuori con una colazione al bar erano i vantaggi economici, visto che tra caffè, cornetto e spremuta d’arancia solitamente non si andava oltre i 10 euro.
Chissà che non diventi più cara una colazione fuori che non una cena al ristorante, per il momento nonostante i rincari, il diktat è uscire di mattina e rilassarsi nella propria caffetteria di fiducia.