Oggi la Banca del Giappone ha aumentato i tassi di interesse al livello più alto dalla crisi finanziaria globale del 2008 e ha rivisto al rialzo le sue previsioni di inflazione, sottolineando la sua fiducia nel fatto che l’aumento dei salari manterrà l’inflazione stabile attorno all’obiettivo del 2%.
La decisione segna il primo aumento dei tassi da luglio dell’anno scorso e arriva pochi giorni dopo l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Al termine della riunione di due giorni il comitato guidato dal governatore Kazuo Ueda ha votato in maggioranza per un rialzo del costo del denaro di un quarto di punto, allo 0,50%, portando i tassi ai massimi dall’ottobre 2008, quando l’economia mondiale si preparava ad affrontare le ripercussioni del collasso finanziario innescato dalla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti.
L’istituto centrale giapponese ha dichiarato che continuerà ad aumentare il tasso di riferimento a breve termine se l’economia e i prezzi si muoveranno in linea con le aspettative.
Il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha dichiarato in una conferenza stampa che la debolezza dello yen continua a esercitare una pressione al rialzo sui prezzi delle importazioni, mentre gli aumenti salariali stanno diventando sempre più radicati e diffusi tra le aziende.
Il consiglio ora prevede che l’inflazione al consumo di base raggiungerà il 2,4% nell’anno fiscale 2025 prima di rallentare al 2,0% nel 2026. Nella precedente proiezione fatta a ottobre si aspettava che l’inflazione raggiungesse l’1,9% sia nell’anno fiscale 2025 che nel 2026. Non ha modificato le sue previsioni secondo cui l’economia giapponese crescerà dell’1,1% nell’anno fiscale 2025 e dell’1,0% nel 2026.
Lo yen è salito di circa lo 0,5% a 155,32 per dollaro dopo la decisione della BOJ e gli aggiornamenti sull’inflazione, mentre il rendimento dei titoli di Stato giapponesi (JGB) a due anni è salito allo 0,705%, il livello più alto da ottobre 2008.