Oggi è la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, una data istituita nel 2014 a partire dalla volontà di Andrea Segrè, direttore scientifico dell’osservatorio Waste watcher international. Quest’anno Segrè ha messo in evidenza gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU: «per arrivare nel 2030 a uno spreco pro capite di 369,7 grammi settimanali, ovvero la metà dei 737,4 grammi registrati 10 anni fa al momento dell’adozione dell’Agenda 2030, dobbiamo tutti tagliare, ogni anno dal 2025 al 2029, circa 50 grammi di cibo».
Intanto però i numeri non sono incoraggianti. Secondo l’Osservatorio Waste watcher international milioni di tonnellate di cibo viene sprecato e si parla di una perdita in denaro di più di 14 miliardi di euro per la filiera.
In Italia parliamo di 4,5 milioni di tonnellate di prodotti sprecati per circa 140 euro a testa. Soltanto lo spreco domestico vale ben 8,2 miliardi di euro, più della metà del totale della filiera. Ogni settimana si perdono 617,9 grammi di cibo a testa. Tra i cibi più sprecati si annoverano frutta fresca, pane, verdure, cipolle, aglio e tuberi. Una situazione insostenibile e che peggiora nei piccoli e medi comuni, oltre che nelle famiglie senza figli.
«Il nostro Paese è il terzo in Europa per cibo sprecato e perso, dietro solo a Germania e Francia. Questa è un’enorme sconfitta, per tutti: per l’ambiente, per l’economia e per le famiglie – sottolineano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale. – In un momento storico in cui sempre più persone faticano ad arrivare a fine mese, è inaccettabile vedere tanto cibo sprecato. Dobbiamo rafforzare la filiera corta e valorizzare l’agricoltura locale per ridurre gli sprechi e garantire prodotti freschi e genuini ai cittadini. È fondamentale promuovere una cultura del consumo consapevole».