Nel 2024 l’Inps ha erogato alle famiglie un totale di 19,8 miliardi di euro per l’Assegno unico universale. La somma è sensibilmente aumentata rispetto ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi del 2022.
Sono quasi 6,4 milioni (6.365.693) i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno lo scorso anno per un totale di 10,1 milioni di figli beneficiari.
Riguardo al mese di dicembre 2024 l’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, si è attestato su 172 euro.
L’importo è molto variabile: si va da circa 57 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (45.574,96 euro per il 2024) a 222 euro per la classe di Isee minima (17.090,61 euro per il 2024).
L’Inps ricorda che l’Assegno unico universale viene erogato dopo la metà del mese. Per chi è in regola con la domanda, la prestazione sarà accreditata dal 20 al 26 febbraio.
Si tratta di una misura di supporto ai genitori erogata al posto di altre agevolazioni come il bonus bebè, il premio alla nascita, gli assegni familiari o quelli comunali per le famiglie numerose e le detrazioni a carico. Il trattamento fa parte del Family Act, ovvero della legge delega approvata l’11 giugno 2020 dal Consiglio dei ministri.
L’assegno mensile viene riconosciuto dal settimo mese di gravidanza alle famiglie che hanno figli a carico fino ai 21 anni, con un importo più basso a partire dal diciottesimo anno di età. L’assegno viene riconosciuto anche dopo i 21 anni per i figli disabili a carico. Per loro è prevista una maggiorazione in base al grado di disabilità.
In caso di separazione o di divorzio, l’assegno unico figli viene ripartito in pari misura tra i genitori. In pratica, viene riconosciuto ad entrambi gli ex coniugi in caso di affidamento congiunto dei figli, mentre se c’è un solo genitore affidatario sarà lui ad avere diritto all’assegno unico in caso di separazione, annullamento, cessazione o scioglimento del matrimonio.