Il morale delle imprese e dei consumatori italiani si è mosso in direzioni opposte nel mese di febbraio, offrendo poca chiarezza sulle prospettive della terza economia della zona euro.
Secondo quanto rivela l’Istat l’indice composito del morale delle imprese, che combina le indagini dei settori manifatturiero, del commercio al dettaglio, delle costruzioni e dei servizi, è sceso a 94,8 punti dai 95,7 del mese precedente.
Si segnala un peggioramento in tutti i comparti indagati ad eccezione della manifattura dove aumenta lievemente.
La fiducia dei consumatori è salita questo mese a 98,8 da 98,2 di gennaio, battendo la previsione mediana di 98,4 in un sondaggio Reuters tra gli analisti.
L’Istat spiega che tra i consumatori si evidenzia un miglioramento delle opinioni sulla situazione personale, corrente e futura mentre peggiorano le valutazioni sulla situazione economica generale.
«Bene, il dato è positivo. Si è recuperata, infatti, la fiducia persa nel quarto trimestre 2024. Con 98,8 si supera il 98,3 che c’era a settembre, prima che iniziasse la discesa. Anche l’indice è inferiore rispetto al dato di luglio 2024, quando era 98,9, va detto che si tratta della seconda migliore performance da quando ha giurato il Governo Meloni, ossia dall’ottobre 2022 – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Permangono, però, alcune ombre, come il peggioramento sia del giudizio che sulle attese sulla situazione economica dell’Italia, il calo delle attese sulla situazione economica della famiglia o sulle opportunità di risparmiare che, letteralmente, precipitano da 146,6 a 134,9, con un crollo di 11,7 punti percentuali. Insomma, con il caro bollette, difficile immaginare di poter mettere da parte dei soldi».