Nonostante l’approccio più flessibile adottato dall’amministrazione Trump verso la politica dei dazi, restano le preoccupazioni per una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Pechino, infatti, oltre ad aver presentato nuovi ricorsi contro Washinton al WTO l’Organizzazione mondiale del commercio, ha inasprito ulteriormente i dazi contro le merci statunitensi portandoli dall’84% al 125%. Una dimostrazione di come non solo la tensione fra le due superpotenze non si sia abbassata ma anche del fatto che la flessibilità del presidente USA Donald Trump non ha sortito gli effetti sperati. Ma anche una conferma che Pechino non accetta i cambi continui e unilaterali dei numeri sulle tariffe commerciali. “Ignoreremo ulteriori giochi sui numeri dei dazi statunitensi” che avranno “perso la loro giustificazione economica”
L’indice europeo Stoxx 600 ha chiuso ieri in rialzo del 3,7% dopo una settimana caratterizzata da segnali di forte ribasso in tutte le borse internazionali mentre l’avvio dei mercati odierni sembra essere più ottimista. Per l’Italia si guarda al verdetto S&P atteso in serata mentre il dollaro accusa il colpo e scende nelle quotazioni come anche il Bitcoin.
La tensione, come detto, non sembra essere allentata anche in virtù di eventi che continuano a susseguirsi e a tariffe commerciali la cui entità, soprattutto per la Cina, continua ad essere oscillante. Infatti i dazi sono entrati in vigore ad inizio della settimana per poi essere temporaneamente ridotti a un tasso forfettario del 10% per 90 giorni. Parallelamente, però, quelli sulle importazioni dalla Cina sono stati aumentati. In questo frangente non più tardi di 24 ore fa, l’Unione Europea ha risposto in modo analogo, sospendendo l’adozione di contromisure per 90 giorni ma, come confermato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, sottolineando di voler dare un’opportunità ai negoziatori per arrivare ad un accordo.
Tutto ciò, però, non è stato sufficiente per rassicurare i mercati che, soprattutto in Asia, hanno dato il via ad una serie di negoziazioni chiusesi poi con risultati alterni ma dove la cautela, se non addirittura il pessimismo, continuano a restare alti. Cautela che nasce per quei dazi su Pechino al 145% ovvero del 125% sulle merci ed un extra del 20% sul fentanyl. Inoltre a tutto questo si è aggiunto un altro elemento di tensione con la Cina, seppur marginale allo stato attuale dei fatti. Washington avrebbe ordinato lo schieramento di truppe presso le installazioni controllate da Panama. “Abbiamo dislocato molte truppe a Panama e occupato alcune aree che prima non avevamo» ha detto il Presidente, insieme al segretario alla Difesa Pete Hegseth, appena tornato da una visita ufficiale a Panama.
Per quanto riguarda l’Europa, invece, i fari sono puntati sull’economia del Regno Unito che, nonostante tutto a febbraio vede un aumento della crescita dello 0,5%, oltre le previsioni, su base mensile ferme a 0,1%. A gennaio aveva registrato una contrazione inaspettata dello 0,1% sempre su base mensile. Sempre sul fronte dei dati macro, da segnalare l’importante pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo statunitense di marzo che ha evidenziato un calo dello 0,1% (dato destagionalizzato) che sui 12 mesi permette un saldo al 2,4%, in calo rispetto al 2,8% di febbraio. L’Inflazione core, ovvero quella al netto di energia ed alimentari, si è attestata al 2,8% annuo, con un aumento dello 0,1% nel mese. Si tratta del tasso più basso da marzo 2021. Guardando alle materie prime, invece, il prezzo dell’oro raggiunge un nuovo massimo storico, superando per la prima volta i 3.200 dollari con punte di 3.226 dollari l’oncia.
Un aumento che affonda le radici nell’incertezza delle decisioni sui dazi. Infatti, come sottolinea Francesco Megna, esperto di finanza ed economia «In merito al cambio di rotta sui dazi (sospesi per 90 giorni) Trump ha spiegato che si è trattato di “flessibilità” non di un ripensamento, ribadendo che la sua strategia ha rapidamente funzionato nonostante ci sia in giro gente molto preoccupata dai dazi e dichiarandosi pronto a giusti accordi con tutti gli Stati, Ue inclusa. Ma dietro questa decisione che dà sollievo ai mercati finanziari c’è il segretario al Tesoro statunitense S.Bessent che è riuscito nell’intento puntando sulla crisi finanziaria che stava maturando con l’impennata dei rendimenti che comporta alti costi per i consumatori americani sui tassi dei mutui per le case e i costi di finanziamento per le imprese. La svolta sui dazi evidenzia la pressione esercitata dai mercati sul Presidente americano e sul suo tentativo di plasmare l’ordine commerciale mondiale con imposte ai massimi degli ultimi decenni. L’entità della svendita dei titoli del Tesoro e le giornate di crescente stress finanziario hanno scosso gli addetti ai lavori. I mercati finanziari hanno reagito tirando finalmente il fiato auspicando che si torni a guardare ai fondamentali».

Francesco Megna
Una panoramica attuale, conclude Megna, vede «Acquisti generalizzati in UE in un clima di elevata tensione, possibilità di un dialogo USA-CINA dopo l’inasprimento della guerra commerciale. In aumento gli acquisti su oro; deboli petrolio e dollaro. In leggero calo l’inflazione Usa (-0,1%) rispetto a Marzo, Fed prudente su taglio tassi. Wall Street negativa».