Se si tratta di strategia precisa oppure solo di una serei di decisioni prese al momento è ancora da capire. Unica realtà è il fatto che il presidente USA Donald Trump sembra cambiare idea molto spesso sulle possibili esenzioni dai dazi. Merci e settori infatti, vengono esclusi e riammessi dalle liste con una velocità che confonde i mercati e che non permette nemmeno agli investitori di applicare una strategia precisa. Ad ogni modo le ultime notizie parlano di un Trump intenzionato a esentare il settore auto dalle tariffe doganali, intenzioni che, almeno al momento, hanno permesso alle borse europee di aprire in rialzo con il ramo auto a confermare il segno più.
Un clima di cauto ottimismo si sta diffondendo anche grazie alla possibile tregua nella guerra commerciale. Intanto soffre il gigante del lusso LVMH, dopo aver pubblicato conti che hanno deluso le aspettative degli analisti sulle vendite del primo trimestre.
Intanto persistono i dubbi sulla durata delle varie sospensioni (settore auto e microchip sono i primi in ordine di tempo) ma anche sulle politiche che i paesi coinvolti adotteranno nel più ampio piano di difesa dei dazi reciproci.
Un primo esempio arriva dalla Corea del Sud dove il governo ha annunciato finanziamenti per 23 miliardi di dollari e prestiti a basso tasso di interesse per le aziende del settore dei semiconduttori. Saranno inoltre varati programmi di formazione e ricerca per studenti e progetti di ricerca in collaborazione con università straniere.
Nei giorni scorsi si è inoltre evidenziato un sello ff dei titoli del Tesoro statunitensi non più giudicati un porto sicuro. Da ricordare che la Cina è il secondo creditore estero degli Stati Uniti dopo il Giappone, con circa 760 miliardi di dollari in titoli di stato USA . La vendita sui Treasury USA ha aumentato le incertezze facendo anche salire il rendimento del Tesoro decennale al 4,592%, il livello più alto da febbraio. Analogamente, il rendimento del Treasury bond trentennale ha raggiunto il massimo da novembre 2023. Successivamente i rendimenti delle scadenze a lungo termine hanno registrato una discesa progressiva pur rimanendo su livelli ancora alti.
La Cina è il secondo creditore estero degli Stati Uniti dopo il Giappone, con circa 760 miliardi di dollari in titoli del Tesoro. La stessa Pechino si è vista tagliare da Ubs le prospettive di crescita. Secondo la banca svizzera, infatti, il PIL cinese per quest’anno non andrà oltre il 3,4% invece del 4% precedentemente ipotizzato. Il Dragone, nel report dell’istituto di credito, dovrà anche adottare misure di stimolo per la domanda interna sullo sfondo di un mercato del lavoro in rallentamento. La causa principale restano quei dazi 145% imposti da Trump sui prodotti cinesi.
Guardando al fronte europeo, invece, è da segnalare il rallentamento del mercato del lavoro nel Regno Unito con un tasso di occupazione cresciuto solo dello 0,2 nel trimestre come confermato dall’Ufficio nazionale di statistica. Parallelamente la crescita salariale media annua, esclusi i bonus, è stata del 5,9% tra dicembre e febbraio, in aumento rispetto al 5,8% registrato tra novembre e gennaio.