Gli animali sono sempre più spesso considerati compagni di vita e membri a tutti gli effetti della famiglia. Per questo motivo le voci di spesa riguardanti la loro cura crescono di anno in anno sia sui volumi che sulla qualità del prodotto stesso con preferenze per prodotti di fascia premium, con particolari componenti nutrizionali e sostenibilità ambientale. Dopo il boom del post Covid il mercato del pet care ha registrato un rallentamento ma resta sempre particolarmente alto per il panorama italiano.
Si evidenziano sempre più spesso anche dei percorsi di cura, riabilitazione e sostegno psicologico che permettono di ricevere enormi benefici dall’interazione con gli animali.
Tra i vari progetti anche quelli che si interessano della sfera dei disturbi sul comportamento alimentare e sul recupero emotivo dopo traumi psicofisici, mentre è noto da anni il beneficio che gli animali apportano ai piccoli degenti all’interno dei vari reparti ospedalieri. Quello con gli animali è dunque un complesso interfacciarsi che ha forti conseguenze affettive ed emotive con grandi e provati benefici a livello di salute e interazione sociale. Partendo da questi presupposti non è difficile capire il perché degli aumenti della spesa nel settore del pet care.
I numeri del Rapporto Assalco vedono un +4,1% a valore nel 2024 invece del +2,1% del largo consumo. Bene anche il 2025: +2% a valore nel pet care.
Si spende molto per il cibo che copre l’84,4% del totale e cresce del 3,8%, crescita dettata, però, più dal prezzo. Nell’eterna lotta tra cani e gatti sono questi ultimi ad avere la meglio per quanto riguarda le spese alimentari: 1,76 miliardi di euro nel 2024 contro 1,36 spesi per fido con una preferenza sul cibo umido del 5,3% e del 3,6% del secco. Mercato in crescita anche per gli snack con un +10,2% a valore e +11,5% a volume.
I cani, invece, devono “accontentarsi” di un +2,3% sul secco, +1,9% sull’umido, +1,7% snack soprattutto a causa del fatto che, per ovvi motivi di spazio, tempo e gestione, i cani presenti nelle case sono a loro volta sempre più piccoli.
Tra le modalità di acquisto piace molto l’e-commerce che porta al settore oltre 450 milioni di euro di acquisti nel ramo food. Un trend in crescita dell’8,2%. Anche in questo caso sono i gatti a vincere: +13% a valore sull’umido e + 9% il secco. In leggero calo, invece, il ramo degli accessori mentre salgono di poco più del 10,7% gli acquisti sugli antiparassitari.
Ma se da un lato è necessario spendere, dall’altro è vantaggioso anche detrarre. Infatti le spese sostenute per gli animali possono essere in alcuni casi anche detratti fiscalmente ad esempio con il Bonus animali domestici 2025, un’agevolazione fiscale che permette la detrazione IRPEF per i proprietari di animali domestici del 19% delle spese veterinarie con importo massimo detraibile di 550 euro e dopo aver raggiunto 129,11 euro minime di spese veterinarie durante l’anno. La spesa sostenuta dovrà essere dimostrata attraverso ricevute veterinarie e fatture pagate con sistemi tracciabili. Tra gli altri elementi per poter beneficiare del bonus sono da citare un ISEE familiare non superiore a 16.215 euro e l’animale dev’essere regolarmente registrato all’Anagrafe degli animali d’affezione.